Gaza, morti tre ostaggi: gli Usa puntano a tregua breve, scontro Israele-Onu su relatrice italiana

Danni agli edifici residenziali dove sarebbero stati trattenuti i due ostaggi israeliani liberati lunedì a Rafah
Danni agli edifici residenziali dove sarebbero stati trattenuti i due ostaggi israeliani liberati lunedì a Rafah Diritti d'autore Fatima Shbair/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
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Di Gabriele Barbati
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Morti altre ostaggi a Gaza nei raid aerei. Gli Usa puntano ancora sui negoziati per una tregua temporanea. Prosegue lo scontro tra Israele e l'Onu. Dopo le accuse e il boicottaggio dell'Unrwa, Gerusalemme nega visto alla relatrice speciale per i palestinesi, l'italiana Francesca Albanese

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Hamas ha comunicato la morte di altri tre ostaggi israeliani a Gaza. La loro sorte e l'avanza annunciata da Israele su Rafah stanno spingendo leader e negoziatori internazionali a raggiungere una tregua di almeno sei settimane nella guerra nella Striscia. 

A Gaza rimangono circa 100 ostaggi in vita e una trentina di corpi

I raid aerei sulla Striscia hanno ucciso tre dei sequestrati, ha fatto sapere l'ala militare di Hamas, le Brigate Al-Qassam. La morte di altri 31 ostaggi era stata confermata la settimana scorsa da un portavoce militare di Israele, portando dunque il numero degli ostaggi ancora in vita a Gaza a circa cento.

In quattro mesi di operazioni sul terreno l'esercito israeliano ha liberato finora al di fuori di scambi concordati con Hamas tre ostaggi: una soldatessa all'inizio dell'invasione di terra e due civili lunedì che erano tenuti in prigionia in un'abitazione a Rafah.

Bombardamenti nell'area in concomitanza con il blitz dei reparti speciali sono costati la vita una settantina di palestinesi. Hamas ha definito gli attacchi un "orribile massacro di civili" di cui gli Stati Uniti devono assumersi la "piena responsabilità". Raid aerei martedì ancora su Rafah e Nuseirat, nel centro della Striscia, hanno ucciso altre nove persone.

Biden al Re di Giordania: "Lavoriamo a tregua di sei settimane"

Gli Stati Uniti contano ancora su un accordo tra Israele e Hamas per mediare un cessate il fuoco temporaneo che consenta il rilascio degli ostaggi e l'entrata di aiuti umanitari a Gaza. 

Ricevendo alla Casa Bianca Abdallah II, il presidente Usa ha fissato l'obiettivo a sei settimane di tregua per "poi prenderci il tempo necessario a costruire qualcosa di più duraturo", ha detto Biden. "La guerra deve finire, serve un cessate il fuoco permanente" ha risposto il Re di Giordania.

Funzionari di Stati Uniti, Egitto, Israele e Qatar si dovrebbero incontrare questo martedì al Cairo per negoziare ancora una soluzione, dopo i parziali fallimenti delle scorse settimane.

Scontro Israele-Onu: niente visto alla relatrice speciale Albanese

La prospettiva per centinaia di migliaia di sfollati palestinesi a Rafah è "terrificante" secondo Volker Türk: "Considerando la carneficina che ha avuto luogo finora a Gaza, possiamo immaginare perfettamente cosa accadrà a Rafah" ha dichiarato in una nota l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.

Israele ha tuttavia ingaggiato con l'Onu una battaglia frontale, prima accusando di complicità con Hamas l'Unrwa, l'agenzia per il soccorso ai palestinesi. Poi negando il visto d'ingresso alla relatrice speciale per la situazione dei palestinesi nei territori occupati, la giurista italiana Francesca Albanese

Il governo la accusa di affermazioni "oltraggiose" sui massacri del 7 ottobre che hanno causato la morte di circa 1.200 israeliani. Albanese aveva scritto su X che i morti "non sono stati uccisi a causa del loro giudaismo, ma in risposta all'oppressione di Israele".

Pechino chiede a Israele di fermare le operazioni a Rafah

Anche la Cina ha chiesto a Israele di fermare l'operazione militare a Rafah "il più presto possibile". Lo afferma un portavoce del ministero degli Esteri in un comunicato.

"La Cina si oppone e condanna le azioni che danneggiano i civili e violano il diritto internazionale", si legge nella nota. Pechino esorta Israele a "fermare le sue operazioni militari il prima possibile e fare ogni sforzo per evitare vittime civili innocenti e prevenire un disastro umanitario più grave nella zona di Rafah".

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