Il colosso immobiliare cinese Evergrande non è riuscito a presentare un piano credibile di ristrutturazione della propria esposizione debitoria
Un tribunale di Hong Kong ha ordinato, lunedì 29 gennaio, la liquidazione del colosso immobiliare China Evergrande Group, che non è riuscito a raggiungere un accordo con i creditori per la ristrutturazione della propria esposizione debitoria. A stabilirlo è stata la giudice Linda Chan, secondo la quale la decisione è stata obbligata, in ragione della "mancanza di passi avanti da parte della società nel presentare una proposta valida".
L'esposizione debitoria è stimata in circa 300 miliardi di dollari
Evergrande - che nello scorso mese di agosto aveva presentato un'ipotesi di ristrutturazione anche negli Stati Uniti - aveva ottenuto in precedenza una dilazione, proprio perché aveva affermato di essere sul punto di perfezionare un nuovo piano per la gestione del debito, il cui ammontare complessivo è stimato in oltre 300 miliardi di dollari.
Il nome dell'azienda ha cominciato a riempire le prime pagine dei giornali di tutto il mondo nel 2021. Si tratta di una delle tante società immobiliari che si sono trovate in difficoltà quando le autorità di regolamentazione cinesi hanno imposto un giro di vite sull'eccessivo indebitamento nel settore immobiliare e alla crescente bolla speculativa.
In precedenza il colosso, fondato nel 1996, era cresciuto a dismisura, sfruttando l'enorme espansione del settore immobiliare cinese e rendendo il fondatore Xu Jiayin, ex operaio metalmeccanico, un miliardario.
Nel 2021 il primo default sui pagamenti da parte di Evergrande
Dopo il primo default sui pagamenti nel 2021, gli occhi di numerosi investitori sono rimasti puntati su Evergrande, poiché una buona parte del debito accumulato è costituito da titoli obbligazionari. Il titolo alla Borsa di Hong Kong è precipitato dopo l'annuncio della richiesta di liquidazione: il calo è stato di quasi il 21%, seguito dalla sospensione delle contrattazioni.