Sale la tensione tra Usa e Cina all'indomani della vittoria del partito democratico a Taiwan

Il Presidente eletto di Taiwan, Lai Ching-te, del Partito Democratico Progressista.
Il Presidente eletto di Taiwan, Lai Ching-te, del Partito Democratico Progressista. Diritti d'autore Louise Delmotte/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Louise Delmotte/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Euronews Agenzie:  Ap
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

La Cina non ha gradito le congratulazioni degli Usa e di altri Stati al partito democratico progressista, vincitore delle elezioni a Taiwan e contro la riunificazione. Pechino considera Taipei una sua provincia e sostiene che il risultato non rispecchierebbe il volere delle persone

PUBBLICITÀ

Infuriano le polemiche a Taiwan all'indomani delle elezioni presidenziali e parlamentari che hanno visto vincente il candidato del partito democratico progressista Lai Ching-te.  La Cina ha criticato gli Stati Uniti insieme agli altri che si sono congratulati con il vincitore.

Lo scontro verbale ha evidenziato l'estrema divisione sul destino di Taiwan, un importante punto di rottura nelle relazioni tra Usa e Cina che rischia di sfociare in una vera e propria guerra in futuro.

La vittoria di Lai Ching-te alle elezioni di sabato è stata una battuta d'arresto per gli sforzi della Cina di riportare Taiwan sotto il suo controllo. Il partito democratico progressista sostiene il mantenimento dello status quo, in cui Taiwan si autogoverna ma si astiene dal dichiarare l'indipendenza formale, una mossa che potrebbe scatenare una risposta militare cinese. 

Lai Ching-te ringrazia il segretario di Stato statunitense per le congratulazioni dopo la vittoria alle presidenziali

La Cina, nel frattempo, chiede quella che definisce una "riunificazione pacifica", ma che sembra sempre più irrealistica dal momento che la maggior parte dei taiwanesi si è opposta a diventare parte della Cina. Pechino considera l'isola di 23 milioni di abitanti come una provincia e sostiene che non dovrebbe avere un proprio presidente o relazioni ufficiali con governi stranieri.

Il ministero degli Esteri cinese in una dichiarazione sulle elezioni ha riferito che "la questione di Taiwan è un affare interno della Cina" e che "il fatto fondamentale che Taiwan è parte della Cina non cambierà". Taiwan ha dichiarato che tale dichiarazione "va contro le aspettative delle comunità democratiche globali e va contro la volontà del popolo di Taiwan di sostenere i valori democratici".

Le congratulazioni degli Usa fanno infuriare la Cina

Il segretario di Stato statunitense Antony Blinken si è congratulato con Lai per la sua vittoria e con il popolo di Taiwan per aver dimostrato la forza della democrazia.

Secondo il ministero degli Esteri cinese la dichiarazione degli Usa "invia un segnale sbagliato alle forze separatiste dell'indipendenza di Taiwan" e va contro l'impegno degli Stati Uniti a mantenere solo legami non ufficiali con Taiwan.

La vittoria di Lai significa che il partito democratico progressista continuerà a detenere la presidenza per un terzo mandato quadriennale, dopo otto anni sotto la presidenza di Tsai Ing-wen. Lai ha vinto una corsa a tre per la presidenza con il 40% dei voti, meno della netta maggioranza ottenuta da Tsai nel 2020. Entrerà in carica a maggio.

Per Pechino il partito democratico non rappresenta l'opinione pubblica di Taipei

Il partito democratico progressista ha perso la maggioranza nella legislatura, finendo con un seggio in meno rispetto al Kuomintang, o partito nazionalista. Nessuno dei due detiene la maggioranza e questo conferisce un certo margine di manovra al partito popolare di Taiwan, una forza relativamente nuova che ha ottenuto otto dei 113 seggi.

Un comunicato dell'ufficio per gli Affari di Taiwan in Cina ha affermato che i risultati hanno dimostrato che il partito democratico progressista non rappresenta l'opinione pubblica dell'isola. Il ministero degli Esteri di Taiwan ha invitato la Cina "a rispettare i risultati delle elezioni e a rinunciare alla sua oppressione contro Taiwan".

Nel frattempo, l'ex consigliere per la sicurezza nazionale Usa Stephen Hadley e l'ex vicesegretario di Stato Usa James Steinberg sono arrivati a Taipei domenica per gli incontri post elettorali con i leader politici. La Cina ha dichiarato di opporsi a qualsiasi interazione ufficiale con Taiwan, ma non ha indicato se considera la visita come ufficiale. 

L'American Institute in Taiwan ha dichiarato che il governo statunitense ha chiesto a Hadley e Steinberg "di recarsi a Taiwan a titolo privato". Gli Stati Uniti non hanno relazioni diplomatiche ufficiali con Taiwan, anche se mantengono un ufficio a Taipei.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Investimenti cinesi nei porti europei: la nuova strategia dell'Ue

Viaggio ad Harbin, la "città di ghiaccio" della Cina, tra giochi e sculture: migliaia i turisti

Terremoto a Taiwan, le telecamere riprendono la terra che trema