Inflazione, dumping, tariffe: camionisti e agricoltori danno vita a diffuse proteste in Romania
Blocchi stradali, proteste e interventi delle forze dell'ordine. Camionisti e agricoltori hanno dato vita a manifestazioni nella capitale della Romania, Bucarest. A spingerli le condizioni economiche, con in particolare l'inflazione che ha portato ad aumenti consistenti dei prezzi di assicurazioni, carburanti e fertilizzanti. Ma a preoccupare ci sono anche le presunte condizioni favorevoli sulle quali possono contare le imprese straniere, che starebbero portando numerose aziende rumene sull'orlo del fallimento.
Proteste anche al confine con la Bulgaria
La polizia è intervenuta per scongiurare il tentativo, da parte dei manifestanti, di forzare gli accessi alla città, con l'obiettivo finale di raggiungere i palazzi del governo. Decine di camion e trattori hanno infatti cercato di superare i posti di blocco nelle vicinanze di Bucarest. Le forze dell'ordine, in particolare, hanno sbarrato la strada nella località di Chiajna.
Successivamente, i camionisti si sono riuniti ad Afumati, nella provincia di Ilfov, a est di Bucarest. E hanno continuato a protestare attorno alla capitale. Ma anche alla dogana di Calafat, nella Romania meridionale, al confine con la Bulgaria, sono andate in scena manifestazioni, con trattori e mezzi pesanti che hanno bloccato la strada.
I manifestanti rifiutano ogni sostegno politico
Si tratta di proteste che non hanno "bandiera": ad organizzarle non sono state organizzazioni sindacali e chi partecipa rifiuta qualsivoglia sostegno politico, nonostante alcuni esponenti romeni abbiano espresso il loro apprezzamento per le azioni svolte. In generale, la fiducia da parte dei manifestanti nei confronti delle istituzioni appare scarsa.
Tra le rivendicazioni avanzate, l'introduzione di un tetto alle tariffe delle polizze di responsabilità civile obbligatoria, norme contro la doppia imposizione, misure per snellire il traffico attraverso le dogane e l'implementazione di una disciplina anti-dumping.