Pronto soccorso al collasso in Italia e in Spagna: troppi ricoveri per virus influenzali e Covid

Reparto Covid, Spagna, 2020
Reparto Covid, Spagna, 2020 Diritti d'autore Manu Fernandez/Copyright 2020 The AP. All rights reserved.
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Di Michela Morsa
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Non ci sono più posti letto nei reparti d'emergenza degli ospedali delle principali città italiane a causa dell'aumento dei ricoveri per malattie respiratorie. Il Covid lascia spazio ai virus influenzali di stagione

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I pronto soccorso degli ospedali italiani sono sull'orlo del collasso a causa del sovraccarico di pazienti contagiati dalle influenze stagionali e dal Covid-19. Nelle ultime settimane si è registrato un netto aumento dei ricoveri ospedalieri per malattie respiratorie, soprattutto tra gli anziani. 

La situazione è critica nelle città principali, da Roma e Napoli, fino a Torino e Milano, dove sono finiti i posti letto. Secondo la Società italiana di medicina d'emergenza-urgenza (Simeu) nella capitale e nel Lazio ci sono oltre 1.100 pazienti in attesa di essere ricoverati, mentre in Piemonte sono circa cinquecento. 

In Lombardia, e in particolare a Milano, i ricoveri programmati sono stati sospesi per avere a disposizione più posti letto possibile, intanto i pazienti vengono stipati nelle sale d'attesa. A Torino ci sarebbe addirittura una carenza di barelle

Misure d'emergenza a Napoli

Anche la Campania è nella lista di zone rosse stilata dall'Istituto superiore di sanità. Mercoledì, 3 gennaio, la Asl di Napoli ha riunito d'urgenza l'unità di crisi: blocco dei ricoveri programmati, riapertura di un reparto ex Covid da 40 posti letto all'Ospedale del mare, potenziamento dell'assistenza domiciliare le prime misure adottate per fronteggiare l'ondata di malati. 

Le direttive della centrale del 118 prevedono invece che il paziente possa essere consegnato insieme alla barella del mezzo per poi recuperare la lettiga in un secondo momento, per superare l'attesa di ore nei pronto soccorso prima di riuscire a scaricare i pazienti e tornare nel circuito cittadino. 

L'aumento dei contagi

A picchiare duro sono il Covid, l'influenza stagionale e il virus respiratorio sinciziale: febbre alta, vomito, diarrea, bronchiti e polmoniti, diventati più frequenti con l'influenza che con il Covid. 

L'ultima rilevazione degli ospedali sentinella della Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere), relativa all'ultima settimana del 2023, registra un calo dei ricoveri "per Covid", diminuiti del 16 per cento e dei pazienti ricoverati "con Covid", che segnano un -22,5 per cento

Come confermato anche dall'ultimo bollettino epidemiologico dell'Iss, a un calo dei casi Covid si associa un aumento dei contagi influenzali. Nella settimana prima di Natale "la curva epidemica influenzale ha mostrato un valore di incidenza mai raggiunto nelle stagioni precedenti" e la situazione è lungi dall'essere stabilizzata. 

Il picco, infatti, non è stato ancora raggiunto ed è previsto per la prossima settimana con la riapertura delle scuole dopo le vacanze natalizie.

Il commento degli esperti

"Osservando anche i dati della rete RespiVirNet si vede chiaramente come alla maggiore circolazione dell’influenza in queste settimane corrisponda una progressiva riduzione del Covid", spiega il presidente della Fiaso Giovanni Migliore

"I virus influenzali - aggiunge - stanno avendo un impatto in termini assoluti maggiore, soprattutto sulla popolazione di anziani e fragili che per affrontare le conseguenze di scompensi respiratori affolla i pronto soccorso in attesa di ricovero". 

Anche il presidente della Simeu Fabio De Laco conferma che "il Covid è leggermente diminuito nell'ultima settimana e l'influenza si sta diffondendo". "Ma - aggiunge - anche altri virus hanno causato il 'sovraffollamento' degli ospedali e una pressione molto forte sui servizi di emergenza".

"Diverse regioni hanno attivato piani di contrasto al sovraffollamento negli ospedali e nelle aziende sanitarie al fine di reperire posti letto aggiuntivi, ma poiché i letti ospedalieri sono cronicamente scarsi, in pratica non resta altro da fare che togliere posti letto ad altre specialità, come quella chirurgica. Certo questo non risolve il problema", conclude De Laco.

Situazione critica anche in Spagna

Anche in Spagna la situazione è critica. Gli ospedali sono in forte difficoltà per l'aumento dei contagi influenzali e i casi di Covid, che in alzune zone sono aumentati del 140% in una settimana. Ma il peggio non è ancora arrivato: il picco è previsto per la metà di gennaio. 

L’aumento è legato ai maggiori contatti sociali durante il periodo natalizio. Gli operatori si concentrano ancora una volta sul rafforzamento delle cure primarie (il medico di famiglia) e insistono sull’importanza dellevaccinazioni, che quest’anno sono state inferiori al solito.

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