Migranti: sospeso l'accordo tra Italia e Albania

Il primo ministro albanese Edi Rama e il presidente del consiglio italiano Giorgia Meloni
Il primo ministro albanese Edi Rama e il presidente del consiglio italiano Giorgia Meloni Diritti d'autore Roberto Monaldo/LaPresse
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Di Maria Michela D'Alessandro
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La Corte Costituzionale dell’Albania ha sospeso la ratifica dell'accordo Meloni-Rama sui migranti. Consiglio d'Europa: "Roma garantisca il salvataggio in mare"

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Marcia indietro della Corte Costituzionale albanese sull'accordo su centri per migranti stipulato con l’Italia che prevede una collaborazione nella gestione dei soccorsi nel Mediterraneo

Il parlamento albanese si sarebbe dovuto riunire oggi, giovedì 14 dicembre, per avviare il processo di ratifica dell’accordo con l’Italia, ma la procedura è sospesa fino a quando non si sarà espressa la Corte Costituzionale. La corte è stata chiamata in causa da due ricorsi presentati separatamente dal Partito democratico albanese e da altri 28 deputati schierati a fianco dell'ex premier di centrodestra Sali Berisha. Nei ricorsi si sostiene che l'intesa violi la costituzione e le convenzioni internazionali alle quali l'Albania aderisce. 

Tutto rimandato, quindi, alla sentenza di merito, che dovrà però arrivare entro tre mesi: la giudice a capo dell'organo, Olta Zacaj, ha detto che il verdetto arriverà il 18 gennaio.

Tajani: Non sono preoccupato dalla decisione dell'Alta Corte albanese

Nonostante Palazzo Chigi abbia preferito non commentare la decisione di Tirana, è stato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a dichiarare di non essere preoccupato dalla decisione dell'Alta corte albanese. Nel corso di un punto stampa a margine del pre-vertice del Ppe a Bruxelles, Tajani ha aggiunto: "Credo che sia una questione di tipo giuridico che si risolverà in tempi abbastanza rapidi, però non tocca a noi commentare le decisioni della Corte di un Paese candidato a far parte dell'Unione europea". 

La commissaria per i diritti umani del Consiglio Ue: basta criminalizzare le Ong

La decisione della corte albanese è arrivata poco prima della pubblicazione del rapporto sulla visita della commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa in Italia dello scorso giugno. 

"Le autorità italiane sono esortate a garantire una capacità di ricerca e salvataggio sufficiente e adeguata a fornire un'assistenza tempestiva ed efficace alle persone in difficoltà in mare, compresi i rifugiati, i richiedenti asilo e i migranti", ha scritto Dunja Mijatovic. Tra le richieste rivolte all'Italia da parte della commissaria, anche quella di mettere fine alla "criminalizzazione delle Ong" che salvano vite in mare.

Per il Consiglio d'Europadevono essere sospese le attività di cooperazione che conducono i rimpatri in Libia, soprattutto per le gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani. Da riconsiderare anche il protocollo d’intesa con la Tunisia: necessario renderlo subordinato alla tutela globale dei diritti umani.

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