Lo ha annunciato mercoledì il primo ministro finlandese, Petteri Orpo. Helsinki sospetta che la Russia stia orchestrando una crisi migratoria. Il Cremlino protesta formalmente, ma incassa accuse anche dall'Estonia
La Finlandia chiuderà tre degli ultimi quattro valichi di frontiera ancora aperti con la Russia a partire dalla mezzanotte di venerdì.
Lo ha annunciato mercoledì il primo ministro finlandese, Petteri Orpo, che ha giustificato la decisione con il sospetto che Mosca stia orchestrando una crisi migratoria.
La lunga frontiera orientale della Finlandia, condivisa quasi interamente con la Russia (oltre 1300 km), rimarrà aperta solo a Raja-Jooseppi in Lapponia e lì sarà possibile presentare richiesta di asilo.
E' una località che si trova nell'estremo nord del Paese sopra il circolo polare artico, a oltre mille chilometri da Helsinki.
Mercoledì 51 migranti senza documenti sono arrivati in bicicletta al valico di Salla, che come quelli di Vartius e Kuusamo sarà chiuso fino al 23 dicembre per ordine del governo di Helsinki.
Le guardie di frontiera finlandesi hanno già cominciato a innalzare barriere di cemento e filo spinato lungo i valichi.
Finora nel mese di novembre hanno provato a passare circa novecento migranti, rispetto alle poche decine registrate nei due mesi precedenti.
Martedì il governatore della regione russa di Murmansk, Andrei Chibis, ha diffuso un video che mostra migranti mediorientali e africani vicino al confine con la Finlandia.
Il video mostra dei migranti che si radunano su una strada dall'altro lato del confine presso il valico di Salla.
Secondo Chibis i russi forniscono "supporto completo" ai migranti, inclusi cibo e tè caldo, in modo che "non rimangano al freddo" date le condizioni climatiche della zona in questo periodo dell'anno.
Sabato scorso la Finlandia aveva già chiuso cinque dei nove varchi esistenti sul confine con la Russia.
Le relazioni tra i due vicini si sono notevolmente deteriorate dall'inizio del 2022 con l'invasione russa dell'Ucraina, al punto da convincere la Finlandia nell'aprile di quest'anno ad abbandonare definitivamente la tradizionale neutralità e ad aderire alla Nato.
L'obiettivo dichiarato dalle autorità finlandesi era di fermare il flusso di migranti, che stando ai media locali giungono a bordo di biciclette fornite loro da trafficanti in Russia.
Secondo la Guardia di frontiera finlandese i migranti provengono per la maggior parte da Iraq, Siria, Yemen, Turchia e Somalia.
LA RISPOSTA DI MOSCA E LE ACCUSE DELL'ESTONIA
A inizio settimana il ministero degli Esteri russo ha convocato l'ambasciatore finlandese a Mosca per presentare una protesta formale sulla chiusura della frontiera.
"La Finlandia avrebbe dovuto esporre le proprie preoccupazioni, in modo da trovare una soluzione reciprocamente accettabile o ricevere delle spiegazioni" ha dichiarato mercoledì la portavoce del ministero, Maria Zakharova.
Anche l'Estonia ha accusato la Russia di avere incentivato i migranti a spostarsi al suo confine con l'intento di minare la sicurezza del Paese.
Lo riporta il quotidiano britannico Guardian, sottolineando che come nel caso della Finlandia i quasi 340 chilometri tra Estonia e Federazione Russa segnino anche il confine dell'Unione Europea e della Nato con l'ingombrante vicino.
"E' un'operazione di attacco ibrido all'Europa" ha denunciato il ministero degli Interni di Tallinn, che ha comunicato di avere respinto giovedì alla frontiera con la Russia 75 persone di origine siriana o somala.