Inondazioni in Libia. Onu: "La maggior parte dei morti si poteva evitare"

la città di Derna
la città di Derna Diritti d'autore AP Photo/Muhammad J. Elalwany
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"La maggior parte delle morti provocate dalle inondazioni in Libia si sarebbe potuta evitare". L'organizzazione meterologica Onu: "Se avessero emesso delle allerte, si sarebbero evacuati i residenti". Almeno 5.300 vittime e migliaia di dispersi, secondo gli ultimi e ancora parziali bilanci

Onu: "La maggior parte dei morti in Libia si sarebbe potuta evitare"

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Cattiva gestione della crisi e prevenzione inadeguata. La maggior parte dei morti provocati dalle inondazioni in Libia si sarebbe potuta evitare. Questa, in sostanza, l'analisi dell'organizzazione meteorologica delle Nazioni unite.

"Se avessero emesso delle allerte, i servizi in carico della gestione delle emergenze avrebbero potuto procedere alle evacuazioni e avremmo quindi potuto evitare la maggior parte delle perdite umane", ha detto a Ginvra Petteri Taalas, Segretario generale della World Meteorological Organization. 

"Se avessero emesso delle allerte, i servizi in carico della gestione delle emergenze avrebbero potuto procedere alle evacuazioni e avremmo quindi potuto evitare la maggior parte delle perdite umane"
Petteri Taalas
Segretario generale, World Meteorological Organization.

"Il mare continua a restituire corpi", con queste parole Hisham Chkiouat, il ministro dei trasporti aerei del Governo di Stabilità nazionale libico, restituisce l'enormità della catastrofe che ha colpito Derna, città costera nella parte orientale del Paese.

Uno tsunami di acqua e fango l'ha travolta dopo che due dighe sono crollate domencia scorsa a causa delle forti piogge portate in questa regione semidesertica dall'Uragano Daniel.

Le squadre di soccorso cercano nel fango, setacciano le macerie degli edifici distrutti, le starde e anche la costa alla ricerca di corpi. Per ora il bilancio delle vittime è salito a quota 5.300. Ospedali ed obitori sono stati sommersi dagli arrivi e con i cimiteri pieni è stato necessario seppellire le vittime in fosse comuni dai cadaveri.

Un bilancio provvisorio

il numero dei morti sembra purtroppo destinato a salire. Nella città non si trovano più sacche mortuarie, secondo fonti ufficiali mancano 10mila persone all'appello e l'Organizzazione internazionale per le migrazioni sostiene che più di 30mila persone sono state costrette a sfollare.

A Derna i superstiti continuano a cercare i propri cari e la popolazione è sopraffatta. I testimoni raccontano che i corpi sono ovunque, per strada, tra le macerie e in mare. E in molti invocano soccorso alla comunità internazionale.

Mohamed Salem vive a Derna e afferma che l'intera città è stata annientata: "Ci sono corpi sepolti in fosse comuni perché i cimiteri sono pieni. Dovrei ancora chiedere agli stranieri e agli europei di venire ad iutarci? Potete vedere voi stessi la nostra situazione".

Aiuti in arrivo

La Giordania ha già inviato un aereo cargo militare pieno di aiuti per la popolazione. Ma il governo di Amman non è l'unico ad essersi mobilitato. Italia e Francia stanno coordinando i soccorsi dei paesi europei e anche la Turchia sta inviando attrezzature.

Le zone colpite hanno bisogno di tutto. Mancano cibo, acqua e medicinali. Servono squadre di soccorso per recuperare superstiti e corpi e personale medico per assistere i bisognosi di cure.

Medici senza frontiere ha affermato che una squadra d'emeregenza arriverà in città giovedì: "Per valutare le esigenze sanitarie, donare kid medici per i feriti e sacchi mortuari".

Derna non è la sola città colpita dall'uragano Daniel. Nell'est del Paese si sono registrati danni ingenti a Bayda e Susa. Qui  un centro medico è stato allagato e centinaia di famiglie sono state sfollate. Le Nazioni unite hanno promesso 10 milioni di dollari a sostegno della popolazione libica.

La questione libica

la Libia sta affrontando una sanguinosa guerra civile che dura da più di dieci anni. Da quando il leader autoritario Muammar Geddafi è stato deposto da un'intervento militare internazionale a guida Nato nel 2011 il Paese è a tutti glie effetti diviso in due. La comunità internazionale riconosce il governo ad interim che Governo di unità nazionale di Tripoli, ma la parte orientale del paese è amministrata dal Governo di stabilità nazionale. E nel corso della guerra vaste aree del territorio libico sono finite sotto il controllo del sedicente Stato islamico.

La divisione rende più complicata la gestione della calamità ma nonostante i contrasti il governo di tripoli ha inviato aiuti nell'est del Paese.

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