La comunità internazionale si stringe attorno alla Libia, colpita da terribili inondazioni, dopo il crollo di due dighe a Derna: finora sono oltre 5.000 le vittime. Arrivata anche la prima squadra italiana di soccorso. La premier Giorgia Meloni garantisce pieno sostegno ad un Paese "diviso" in due
"Una calamità di proporzioni epiche": sono le parole usate per descrivere le conseguenze dell'uragano "Daniel" che ha colpito il nord e l'est della Libia e la città portuale di Derna, In Cirenaica, dove due dighe sono crollate nello scorso fine settimana.
Le squadre di soccorso hanno scoperto migliaia di corpi tra le macerie e si teme che il bilancio possa aumentare vertiginosamente, con 10.000 persone date ancora per disperse.
Si ritiene che nella sola Derna ci siano oltre 5.000 vittime: interi quartieri sono stati spazzati via e molti corpi sono stati trascinati in mare.
E ora esiste il rischio di un'epidemia di colera.
“Sfortunatamente, metà della nostra gente, e forse il 90% della nostra gente, è annegata. L'intera casa di mia zia è andata perduta, l'intera casa dell'altra mia zia è distrutta, la casa di mia cugina è a pezzi. È un genocidio!”, esclama un abitante di Derna.
Gli aiuti hanno iniziato ad arrivare, da molti Paesi - anche dall'Italia - coordinati dalle Nazioni Unite, e persino dall’Egitto, ma gli sforzi di assistenza sono stati ostacolati dalla situazione in Libia, con il Paese letteralmente spaccato in due dal punto di vista politico.
Meloni: doppia telefonata per il sostegno italiano
La premier italiana Giorgia Meloni ha assicurato pieno sostegno alla Libia - la prima squadra di soccorso italiana è già sul posto - parlando al telefono sia con il primo ministro di Tripoli, Abdul Hamid al-Dabaiba, sia con l'uomo forte della Cirenaica, il generale Khalifa Haftar.
Dall'Italia è atterrata in Libia la squadra annunciata dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.
"È composta - ha comunicato il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci - dal personale del nostro Dipartimento della Protezione civile, del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, del Comando operativo di Vertice interforze e del ministero degli Affari Esteri" e "opererà, d'intesa con le autorità locali, nei territori devastati dall'uragano Daniel".
Da parte libica è stata avviata un'indagine sul motivo per cui le inondazioni scatenate dall'uragano "Daniel" abbiano potuto causare una tale devastazione.
L’incapacità di ricostruire adeguatamente e mantenere le infrastrutture, comprese le dighe, dopo anni di conflitto politico, è in parte responsabile dell'altissimo numero di vittime.
Aiuti da tutto il mondo
Il presidente americano Joe Biden ha annunciato che gli Usa"stanno inviando fondi di emergenza alle organizzazioni umanitarie e si stanno coordinando con le autorità libiche e le Nazioni Unite per fornire ulteriore supporto".
Pronta a "fornire la necessaria assistenza" anche la Russia di Vladimir Putin.
L'Unione europea, attraverso il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, si è detta "pronta ad aiutare le persone colpite da questa calamità" e ha parlato di "immagini strazianti".
L'Onu, ha annunciato il rappresentante per gli Affari umanitari Martin Griffiths, sta mobilitando le squadre di emergenza. Tre aerei carichi di aiuti e personale inviati dalla Turchia sono già in Libia, e l'Algeria ha predisposto un ponte aereo di otto velivoli militari per consegnare beni di prima necessità.
La Francia, da parte sua, ha deciso l'invio di un ospedale da campo della Protezione Civile.