Grecia, gli incendi di Evros: la cittadina di Alessandropoli è in ginocchio

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Di Ioannis Karagiorgas
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Esercenti e albergatori contano i danni e sperano di superare l'inverno, il fatturato di metà agosto e di settembre è andato in fumo

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 È una catastrofe ecologica quella che si è consumata intorno alla città di Alessandropoli, città principale della provincia di Evros, raggiunta e devastata dagli incendi.

Circa il  48% della superficie del Comune bruciata, adesso è arrivato il momento della conta dei danni.

Il sindaco  Alexandroupoli Ioannis Zampoukis li elenca: "Stiamo registrando i danni alle infrastrutture, sinceramente non si contano. Come potete vedere, non sono state bruciate solo case, ma l'incendio ha bruciato molti terreni e strutture legati al settore primario della produzione".

Per domare l'incendio ci sono volute oltre due settimane, l'attività turistica è stata colpita in modo importante.

 Sono state migliaia infatti le cancellazioni, cui sono seguiti i rimborsi e le partenze obbligate dei turisti.  

Gli imprenditori del settore si chiedono se riusciranno a  superare l'inverno.  

Il presidente della Federalberghi della Tracia, Apostolos Palakidis:  

" Alessandropoli era una destinazione sicura, facile da raggiungere in auto da tutti i Balcani. Siamo al centro di uno spazio in cui gravitano 50 milioni di persone. Si può capire che quello che è successo, questa situazione, può richiedere anni perché i clienti si sentano di nuovo al sicuro e sicuri di venire a trovare le cose che hanno reso attraente questa città: natura verde, Evros, mare e chiaramente sicurezza".

I negozianti  per alcuni giorni sono stati costretti a chiudere bottega a causa del fumo denso e, naturalmente, hanno subito un forte calo del fatturato.

Per Triantafyllia Koufou che gestisce una gelateria è un anno da dimenticare:

"Ho paura per il futuro. Il nostro prodotto è stagionale. Settembre è  perso. Metà agosto è andata persa. Come faremo a riprenderci?".

 Esercenti e non solo sanno che il danno economico, oltre quello economico, è incalcolabile, temono che le ripercussioni si estenderanno nel tempo e sperano nell'aiuto del governo. Oltre che nel proprio lavoro e capacità di resilienza.

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