Papa Francesco saluta il "nobile" popolo cinese al termine di una messa in Mongolia

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Di Michela Morsa
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Ai cattolici cinesi dice: "Siate buoni cristiani e buoni cittadini", un'altra rassicurazione nei confronti di Pechino dopo le parole di sabato

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A sorpresa Papa Francesco ha inviato unsaluto speciale al "nobile" popolo cinese al termine di una messa celebrata nella "Steppe Arena" di Ulaanbaatar, nel terzo e penultimo giorno della sua visita in Mongolia. 

Alla fine della liturgia, prima di pronunciare alcune parole di ringraziamento, il pontefice ha preso per mano il **vescovo emerito di Hong Kong, cardinale John Tong Hon, e l'attuale vescovo eletto Stephen Chow,**e li ha condotti all'altare. 

"Io vorrei approfittare della loro presenza per inviare un caloroso saluto al nobile popolo cinese. A tutto il popolo auguro il meglio, e di andare avanti, progredire sempre. E ai cattolici cinesi chiedo di essere buoni cristiani e buoni cittadini. A tutti", ha detto, tenendo per mano i due vescovi. 

È un po' la ciliegina sulla torta dei ripetuti messaggi di rassicurazione verso Pechinolanciati da Papa Francesco in questo suo viaggio in Mongolia, dove tra l'altro, nonostante i divieti delle autorità, sono venuti a seguirlo gruppi di fedeli proprio dalla Cina, come anche dalla Russia e da altri Paesi vicini. 

Le rassicurazioni a Pechino

Sorvolando lo spazio aereo cinese lo scorso venerdì, il pontefice aveva inviato un telegramma al presidente Xi Jinping: “Invio auguri di buoni auspici a Sua Eccellenza e al popolo cinese mentre attraverso lo spazio aereo del suo Paese in rotta verso la Mongolia. Assicurandovi la mia preghiera per il benessere della Nazione, invoco su tutti voi le benedizioni divine dell’unità e della pace”.

“La Cina è pronta a continuare a lavorare con il Vaticano per impegnarsi in un dialogo costruttivo, migliorare la comprensione, rafforzare la fiducia reciproca”, aveva risposto il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin. Pechino “promuoverà il processo di miglioramento delle relazioni tra i due Paesi”.

Sabato, invece, durante la visita alla Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo di Ulaanbaatar, si aveva spiegato che i governi non hanno "nulla da temere" dall'opera di evangelizzazione della Chiesa cattolica, che non ha "un'agenda politica da portare avanti". Un messaggio che sembrava diretto al vicino cinese, con cui il Vaticano non ha relazioni diplomatiche. 

Secondo molti la visita di Bergoglio alla ristretta comunità cattolica mongola (conta poco più di 1400 fedeli), ha tra i suoi obiettivi proprio quello di migliorare i rapporti con la Repubblica popolare di Cina

Incontro interreligioso

Durante la giornata di domenica Papa Francesco ha poi incontrato i rappresentanti delle confessioni e tradizioni religiose presenti nel Paese. Il pontefice ha ascoltato con attenzione una dozzina di leader religiosi, tra cui sciamani mongoli, monaci buddisti e il rettore dell'unica parrocchia ortodossa russa della Mongolia, spiegare le loro credenze e il loro rapporto con il paradiso. 

"Il fatto di essere insieme nello stesso luogo è già un messaggio: le tradizioni religiose, nella loro originalità e diversità, rappresentano un formidabile potenziale di bene a servizio della società", ha detto il Papa. "Se chi ha la responsabilità delle nazioni scegliesse la strada dell'incontro e del dialogo con gli altri, contribuirebbe in maniera determinante alla fine dei conflitti che continuano ad arrecare sofferenza a tanti popoli", ha aggiunto. 

Bergoglio ha sottolineato il ruolo che le religioni possono svolgere nel portare la pace nel mondo, ricordando che le fedi non devono essere sponsor di terrorismi, aggressioni e guerre. "Nessuna confusione dunque tra credo e violenza, tra sacralità e imposizione, tra percorso religioso e settarismo", avverte. 

E ha concluso confermando che "la Chiesa cattolica vuole camminare così, credendo fermamente nel dialogo ecumenico, interreligioso e culturale". Solo così, ha detto "si può ritrovare nell'umanità benedetta dal Cielo la chiave per camminare sulla terra. Abbiamo un'origine comune, che conferisce a tutti la stessa dignità, e un cammino condiviso, che non possiamo percorrere se non insieme, dimorando sotto il medesimo cielo che ci avvolge e ci illumina".

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