Niger sempre più isolato. I partner stranieri tagliano gli aiuti, attese misure dai Paesi dell'area

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Di Michela Morsa
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Unione Europea e Francia hanno già sospeso ogni aiuto finanziario e non. Gli Stati Uniti minacciano di fare lo stesso. I golpisti temono intervento militare dei Paesi dell'area: "Difenderemo con forza la nostra patria"

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I nuovi leader golpisti del Niger sono sempre più isolati. Sabato l'Unione europea, attraverso le dichiarazioni dell'Alto rappresentante per gli affari esteri Ue Josep Borrell, aveva annunciato la cessazione "a tempo indeterminato e con effetto immediato" di ogni aiuto economico e di ogni azione di cooperazione con il Paese. 

A stretto giro anche il ministro degli Esteri francese ha annunciato la sospensione di tutti gli aiuti allo sviluppo e il sostegno al bilancio con effetto immediato, chiedendo un rapido ritorno all'ordine costituzionale. L'aiuto francese allo sviluppo per il Niger è stato di circa 120 milioni di euro nel 2022 e si prevedeva che quest'anno sarebbe stato leggermente superiore. Anche gli Stati Uniti minacciano di fare lo stesso con i centinaia di migliaia di dollari che forniscono ogni anno al Paese. 

Tutti gli alleati stranieri su cui ha contato il Niger in questi anni si rifiutano di riconoscere il nuovo governo militare guidato dal generale Abdourahamane Tiani, a capo della guardia presidenziale dal 2011 ora proclamato "presidente del Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria". L'Occidente e altri Paesi continuano a considerare presidente leggitimo Mohamed Bazoum, democraticamente eletto nel marzo del 2021, che si pensa sia ancora confinato all'interno del palazzo presidenziale dopo la presa del potere di mercoledì scorso. 

Il Niger è uno dei Paesi più poveri del mondo e secondo la Banca mondiale riceve quasi 2 miliardi di dollari all'anno in assistenza ufficiale allo sviluppo. È anche un partner di sicurezza dell'ex potenza coloniale Francia e degli Stati Uniti, che lo usano come base per combattere l'insurrezione islamista nella regione del Sahel, in Africa occidentale e centrale. Nel Paese sono presenti infatti due basi militari statunitensi con circa 1100 soldati. 

Il Paese è anche un partner chiave dell'Unione europea nel contribuire a frenare il flusso di migranti irregolari provenienti dall'Africa subsahariana e anche l'Ue ha un piccolo contingente sul campo per una missione di addestramento militare dell'esercito nigerino. 

Il blocco ha stanziato 503 milioni di euro del suo bilancio per migliorare la governance, l'istruzione e la crescita sostenibile del Niger nel periodo 2021-2024. Attraverso il Fondo europeo per la pace, l'Ue ha approvato circa 70 milioni di euro per sostenere le forze armate del Niger dal luglio dello scorso anno, compresi 4,7 milioni di euro di armi approvati solo l'8 giugno scorso. 

"Tutti i progetti finanziati dall'esterno si fermeranno. I progetti di sviluppo finanziati dall'Ue, dalla Banca mondiale, dal Fondo monetario internazionale e da altri Paesi saranno interrotti. Gli aiuti di bilancio concessi al Niger saranno interrotti", dice sconsolato l'economista nigerino Abdoulaye Soly. Tra le strade della capitale Niamey, anche gli imprenditori sono preoccupati. 

È difficile valutare quale sia il sostegno al colpo di Stato tra la popolazione. Mercoledì la folla è scesa in piazza per mostrare il proprio sostegno al presidente Bazoum, ma il giorno successivo hanno manifestato anche i sostenitore dei golpisti. 

La condanna dei Paesi africani

Il colpo di Stato è stato ampiamente condannato anche dai Paesi dello stesso continente. Già venerdì, dopo una riunione d'emergenza, l'Unione Africana ha rilasciato una dichiarazione in cui chiede ai militari di rientrare nelle loro caserme e di ripristinare l'ordine costituzionale entro 15 giorni

Domenica si riuniranno invece in via emergenziale la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (Ecowas) e l'Unione economica e monetaria dell'Africa occidentale per discutere della situazione. Potrebbero essere decise ulteriori sanzioni economiche e finanziarie per fare pressione sull'esercito. 

I capi di Stato dell'Ecowas, composta da 15 membri, e dell'Unione economica e monetaria dell'Africa Occidentale, composta da otto membri, potrebbero sospendere il Niger dalle sue istituzioni, escludere il Paese dalla banca centrale e dal mercato finanziario regionale e chiudere le frontiere. Il Ciad, vicino orientale del Niger, è stato invitato al vertice nonostante non faccia parte di nessuna delle due organizzazioni regionali. 

I leader dell'Africa occidentale potrebbero anche prendere in considerazione, per la prima volta, un intervento militare per ripristinare il presidente Mohamed Bazoum. 

Proprio in vista del vertice, sabato sera i leader golpisti hanno messo in guardia la popolazione da qualsiasi intervento militare straniero. "L'obiettivo della riunione (dell'Ecowas, ndr) è quello di approvare un piano di aggressione contro il Niger attraverso un imminente intervento militare a Niamey in collaborazione con altri Paesi africani non membri dell'Ecowas e con alcuni Paesi occidentali", ha dichiarato alla televisione nazionale nigerina il portavoce della giunta, il colonnello Amadou Abdramanein

"Vogliamo ricordare ancora una volta all'Ecowas, o a qualsiasi altro avventuriero, la nostra ferma determinazione a difendere la nostra patria", ha aggiunto. La giunta ha rilasciato una seconda dichiarazione sabato sera, invitando i cittadini della capitale a scendere in piazza dalle 7 del mattino ora locale per protestare contro l'Ecowas e mostrare sostegno ai nuovi leader militari.

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