La ministra cipriota dell'Energia, Natasa Pilidou: "Il deposito scoperto è sfruttabile"

La ministra cipriota dell’Energia, Natasa Pilidou
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Di Debora Gandini
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Il gruppo Eni, insieme ai colleghi francesi di TotalEnergies, hanno individuato riserve di gas per oltre 70 miliardi di metri cubi all'interno della loro concessione. Restano diversi nodi da affrontare, come la questione relativa a Ciprio e alla parte Nord-Est sotto controllo turco

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Forse è ancora presto per poter affermare che il problema del gas russo è in parte risolto. Ma la scoperta di un giacimento al largo di Cipro lasciano intravedere una speranza nel mercato energetico. Il gruppo Eni, insieme ai colleghi francesi di TotalEnergies, hanno individuato riserve di gas per oltre 70 miliardi di metri cubi all'interno della loro concessione. 

Il gas è stato trovato nel Blocco 6 del pozzo Cronos-1 a circa 160 chilometri al largo dell’isola a una profondità d'acqua di 2.287 metri. Cronos-1 è il quarto pozzo esplorativo di Eni Cyprus e il secondo nel Blocco 6, dopo la scoperta di Calypso-1 nel 2018. In quell'area Eni opera con una quota del 50%.

La ministra cipriota dell’Energia, Natasa Pilidou, ha fatto sapere che “il deposito è sfruttabile secondo le prime informazioni che arrivano da ENI e TOTAL, ovvero le società che gestiscono lo specifico blocco 6. Le stime preliminari mostrano che l'importo è pari a 2,5 trilioni di piedi cubi, ma con il completamento delle perforazioni nel punto di Saturn 1, perforazioni già iniziate in un punto vicino allo Zeus 1 all'interno dello stesso campo, ci potrebbero essere quantità aggiuntive all'interno del blocco.”

Il braccio di ferro con la Turchia

Cauto ottimismo da una parte e diverse difficoltà sia tecniche e politiche dall’altra. Cipro infatti è divisa in due: oltre alla Repubblica di Cipro riconosciuta a livello internazionale, c’è la parte Nord-Est sotto controllo turco dove le acque sono rivendicate dal governo di Ankara. Un problema da non sottovalutare. 

Secondo quanto dichiarato anche dalla Ministra dell’Energia Pilidou,“la soluzione della questione di Cipro aiuterà a normalizzare le relazioni dei paesi della regione e a risolvere i problemi esistenti. Tuttavia, i contratti con le società che operano nell’area cipriota sono commerciali e non hanno nulla a che fare con la questione geopolitica. Quest’ultima riguarda la distribuzione del gas tra la Repubblica di Cipro e la comunità turco-cipriota.”

Il Presidente turco Erdogan non vuole che la Turchia resti i fuori dalla corsa alle fonti energetiche cipriote e non vuole lasciare spazio a Egitto e Israele. Il governo dello stato ebraico si è detto interessato alla realizzazione di un gasdotto che partendo dalle sue cost dovrebbe approdare a Cipro per poi raggiungere in Grecia il territorio della Unione europea.

Quello che per ora è sicuro è che occorrerà circa un anno prima che la scoperta si traduca in attività industriale portando così l’Europa a staccarsi dalle forniture russe. Eni è presenta a Cipro dal 2013 e con il tempo è riuscita ad accaparrarsi diverse concessioni. 

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