I bulldozer israeliani e la polizia sono arrivati alle prime luci dell’alba mentre la famiglia Salhiya dormiva ancora. Diversi componenti, che si erano barricati nell’edificio, sono stati arrestati dalle forze dello stato ebraico
E’ mattina presto quando si procede al totale sgombero del quartiere palestinese di Sheikh Jarrah, a Gerusalemme est. I bulldozer israeliani e la polizia sono arrivati alle prime luci dell’alba mentre la famiglia Salhiya dormiva ancora. Diversi componenti, che si erano barricati nell’edificio, sono stati arrestati dalle forze dello stato ebraico. Una ventina le persone fermate per disordini pubblici.
L'evacuazione è iniziata lunedì scorso quando la famiglia palestinese si era blindata nella casa con bombole di benzina e gas, minacciando di farsi esplodere mentre le ruspe israeliane stavano smantellando diverse strutture adiacenti.
Il quartiere, che ha acceso la mobilitazione palestinese della scorsa primavera, dentro Gerusalemme e nelle città palestinesi in Israele fino a Gaza, non aveva mai visto risolvere la questione: case costruite da famiglie palestinesi rifugiate del 1948. Ora il provvedimento di sfratto di tutte le abitazioni. Dopo il via libera del tribinale di Gerusalemme in molti hanno lasciato le loro case, mentre la famiglia Salhiya ha presentato ricorso.
Nel quartiere di Sheikh Jarrah vivono almeno 70 famiglie palestinesi minacciate di sfratto. Per Israele quelle terre sono di proprietà di famiglie ebree, residenti a Gerusalemme est prima del ‘48. I palestinesi rifugiati per legge non hanno alcun diritto di rivendicare proprietà dentro Israele, gli ebrei sì.
A nulla è servito il tentativo dell’avvocato Ahmad al-Qadmani di fermare la demolizione con un appello alla corte. Secondo i legali si tratta di un atto di aggressione che viola la legge”. Israele dice di poter agire: al posto della casa dei Salhiya sarà costruita una scuola per bambini disabili.