Politica agricola comune, è stallo: i colloqui riprendono a giugno

Politica agricola comune, è stallo: i colloqui riprendono a giugno
Diritti d'autore Johanna Geron/AP
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Di Antonio Michele Storto Agenzie:  ANSA
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L'Italia porta a casa un aumento delle dotazioni dirette per l'aiuto alle emergenze climatiche. Ma in molti restano scontenti

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Un altro nulla di fatto sulla Politica agricola comune (PAC). 

Parlamento e Consiglio europeo non sono riusciti a trovare la quadra sull'accordo che dovrebbe"rinverdire" l'agricoltura, riorganizzando il comparto secondo una logica più ecosostenibile in tutto il territorio comunitario. 

I colloqui, conclusi in sostanziale stallo, riprenderanno ora a giugno: ad annunciarlo è stato il Consiglio europeo, che sperava di mettere il punto dopo 3 anni di negoziati, ma si ritrova con diverse questioni cruciali irrisolte.

Un risultato lo porta comunque a casa l'Italia, riuscita ad aumentare dall'1 al 3 per cento la dotazione nazionale degli aiuti contro il rischio climatico.

Assai scontenti sono invece gli agricoltori francesi e spagnoli, che da mesi protestano per via dei tagli orizzontali ai sussidi diretti, che starebbero mettendo in ginocchio il settore e lasciando a casa migliaia di lavoratori.

Punto di rottura

Dopo quasi quattro giorni di colloqui, nella notte eurodeputati e presidenza portoghese si sono scambiati nuove proposte negoziali che invece di avvicinare le parti le hanno allontanate. "I negoziati riprenderanno a giugno", ha twittato il ministro dell'agricoltura finlandese Jari Leppa.

"Sono molto deluso che i negoziati siano stati interrotti, pensavo che avremmo potuto trovare un accordo", ma "la presidenza del Consiglio Ue sembrava essere sorpresa dal fatto che non ci siamo semplicemente limitati ad accettare la loro proposta. Mi aspetto che il Consiglio ci rispetti come co-legislatori". 

Così il presidente della commissione Agricoltura del Parlamento Ue, Norbert Lins (Partito Popolare Ue), parlando in conferenza stampa dopo lo stop ai negoziati fiume sulla riforma della Pac. La battuta d'arresto di oggi "è un male per l'equilibrio istituzionale Ue ma prima di tutto per gli agricoltori e per l'ambiente", ha detto Lins, sottolineando che da parte del Consiglio "c'è una mancanza di certezza in termini di pianificazione" e che il Parlamento richiede "misure da adottare".

"Il nostro obiettivo è sempre stato quello di lavorare a beneficio degli agricoltori" e "dobbiamo tutti ricordare che la Pac è nell'interesse di tutti", ha aggiunto il politico tedesco, sottolineando che "ora c'è bisogno di una pausa per vedere cosa può essere fatto a giugno, sempre sotto la presidenza portoghese" e auspicando che si arrivi a una "soluzione costruttiva".

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