Gerusalemme: la casa del premier assediata ogni sabato dalla protesta

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Di Paolo Alberto Valenti
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Da politico navigato il premier israeliano tenta l'ultima riconquista del potere confidando sui relativi successi anti-pandemia. Israele sconta comunque oltre 6000 morti da Covid-19 e una disoccupazione mai vista

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Gerusalemme - Ogni sabato sera migliaia di israeliani continuano a manifestare contro il premier Benjamin Netanyahu, chiedendone la cacciata davanti alla sua residenza. Proteste che si svolgono da 9 mesi e che adesso sono attizzate dalle nuove elezioni con le quali Bibi, come lo chiamano tutti in Israele, spera di aggiudicarsi l'ultimo mandato grazie ad alleanze anche con l'estrema destra.

La chiarezza della protesta

"Al governo voglio qualcuno che mi aiuti, che aiuti il mio popolo e si preoccupi di noi. Se non si opera così c'è qualcosa che non va. Le cosa vanno male da tempo e la gente si è svegliata, spero che le cose vadano meglio": dichiara una giovane manifestante. E la musica non cambia parlando con gli altri chiassosi detrattori di Netanyahu.

L'arma a doppio taglio della gestione della crisi pandemica

Molti criticano anche la gestione della crisi del coronavirus. Netanyahu spera che la massiccia campagna di vaccinazione lo porti alla vittoria. I tre quarti della popolazione adulta del Paese è stata vaccinata in meno di tre mesi e l'economia riparte. Sono comunque morti 6.000 israeliani di Covid-19, l'economia è stata affossata da una disoccupazione a due cifre. Molti dei manifestanti hanno perso il lavoro o hanno visto le loro attività soffrire a causa dei ripetuti blocchi.

Le difficili previsioni

I sondaggi di opinione hanno previsto una corsa serrata alle elezioni di martedì, con Netanyahu e i suoi alleati religiosi ed ultra-nazionalisti che lottano per aggiudicarsi la maggioranza dei seggi nella Knesset (il parlamento), composto da 120 deputati.

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