Ue, attacchi terroristici in aumento. Per Macron bisogna riformare Schengen

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Diritti d'autore JOE KLAMAR/AFP or licensors
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Di Susan Dabbous
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Secondo l'Europol gli attacchi sono più frequenti e meno prevedibili. Tra le possibili cause lo sfaldamento dell'Isis e confinamenti dovuti alla pandamia

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La minaccia del terrorismo non sembra lasciare in pace l'Europa già alle prese con la pandemia. Dall'inizio dell'anno, nel territorio dell'Unione sono stati compiuti ben nove attacchi di cui tre solo nelle ultime settimane. Un bilancio ben più pesante dello scorso anno quando di attacchi ne sono avvenuti solo tre. Ad aver influito sull'incremento due fattori: i confinamenti e lo sfaldamento del sedicente Stato islamico. A dirlo è Wil van Gemert, vicedirettore esecutivo di Europol:"Il quadro del terrorismo islamico sta diventando molto più complesso - afferma - e per questo gli attacchi sono meno organizzati e, di conseguenza, meno prevedibili. Non è come alcuni anni fa quando gli assalti venivano organizzati dall'Isis o di Al-Qeida. Ora il profilo degli aggressori è molto più variegato”.

In generale lamenta Gemert, il lavoro delle forze dell'ordine è diventato molto più difficile. Di conseguenza è più raro anche riuscire a prevenire o intervenire in tempo.

Uno studio recente dell'Europol ha rivelato poi che la pandemia e i conseguenti confinamenti potrebbero avere un effetto molto negativo su questo fenomeno. I blocchi hanno portato infatti le persone a trascorrere più tempo davanti agli schermi dei computer, creando un terreno fertile per la radicalizzazione dei soggetti più facilmente influenzabili.

Oggi si è tenuto un mini summit europeo sulla lotta al terrorismo in cui Emmanuel Macron ha proposto la riforma del trattato di Schengen. “Ogni volta che i sistemi di protezione dei nostri confini europei esterni falliscono – ha detto Macron - le minacce sulla sicurezza riguardano immediatamente ogni singolo Stato membro. Per questo dobbiamo mettere insieme tutte le conoscenze che sono in possesso i nostri servizi di intelligence. Ma bisogna avere anche le stesse leggi”.

Secondo molti esperti, l'aspetto più trascurato del contrasto al terrorismo è la capacità di intervento per sventare le reti di propaganda ideologica che incitano all'odio.

"Jihadisti non si nasce – ricorda Claud Moniquet, direttore dell'European strategic intelligence and security center (Esisc) - ma ci si diventa, attraverso processi di radicalizzazione che passano sia attraverso la via religiosa che politica”.

In Francia, il presidente francese Macron ha anche proposto una nuova legge per contrastare l'ideologia estremista del salafismo che porta ad uno scollamento dalla società e dalla Stato.

“Se riduciamo la lotta al radicalismo alla semplice formazione degli imam allora abbiamo già perso in partenza la battaglia contro il fondamentalismo – lamenta Salah Echallaoui, direttore della Grande moschea di Bruxelles -. Tutti gli esperti concocordano sul fatto che il fanatismo e il radicalismo hanno molte cause e molti fini che non sono solo religiosi”.

I ministri della giustizia e degli affari interni dei Ventisette si incontreranno venerdì prossimo per discutere nuove strategie comuni.

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