Zanka Contact: il film del regista sopravvissuto al Bataclan che ha stregato Venezia

Ismaël El Iraki riceve il premio Orizzonti per la migliore attrice a nome di Khansa Batma
Ismaël El Iraki riceve il premio Orizzonti per la migliore attrice a nome di Khansa Batma Diritti d'autore La Biennale/Mostra del Cinema di Venezia
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Di Emma Jones
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Il primo lungometraggio del 36 enne Ismaël El Iraki affronta i temi del trauma, della sopravvivenza e della guarigione

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"Ti senti in colpa per il fatto che queste persone siano morte e tu sia vivo, pensi a loro ogni volta che combini un pasticcio o quando qualcosa ti fa sentire come se la tua vita non contasse molto. Questo perché erano così giovani, ti viene da pensare a quello che avrebbero potuto fare al posto tuo".

Il regista parigino Ismaël El Iraki, 36 anni, ricorda la sua esperienza di sopravvissuto all'attentato terroristico del Bataclan del novembre 2015 a Parigi, in cui 130 persone sono state uccise durante il concerto degli Eagles of Death Metal.

Il suo primo lungometraggio, Zanka Contact, è basato su quello che gli è successo dopo l'attentato. Il film ha trovato un distributore dopo aver vinto un premio la scorsa settimana alla Mostra del Cinema di Venezia.

Ripensando al 2015, il regista racconta di portarsi ancora dietro le ferite del Bataclan. "Ho pensato di essere morto per i primi tre giorni successivi all'attentato - racconta a Euronews - uno degli attentatori ha ucciso un ragazzo e una ragazza che mi stavano vicino. Ha sparato anche a me, due volte, ma mi ha mancato".

"In origine questo film doveva essere semplicemente un film su un tizio che ha assistito a una sparatoria durante un concerto - sottolinea El Iraki - ma mentre mi sottoponevo alla terapia comportamentale EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing therapy) per aiutarmi a superare il mio trauma, ho incontrato molte vittime di stupri, abusi e aggressioni. Queste persone hanno gli stessi sintomi e gli stessi problemi che ho avuto io. Mi sono reso conto che, come esseri umani, tutti noi rispondiamo ai traumi allo stesso modo, ma guariamo anche nello stesso modo".

La Biennale/Mostra del Cinema di Venezia
Una scena del film Zanka ContactLa Biennale/Mostra del Cinema di Venezia

"All'inizio - ricorda - cercavo di scrivere sul processo di guarigione, ma volevo farlo dalla mia prospettiva, che è quella di un sopravvissuto a una sparatoria. Ma ho capito che il soggetto era troppo vicino alla notizia, e non avrebbe funzionato per chi non fosse stato in grado di non andare oltre l'aspetto spettacolare della vicenda. Quindi, il film è diventato una storia d'amore tra due sopravvissuti".

Ambientato a Casablanca, in Marocco, vicino al luogo di nascita del regista, Zanka Contact è descritto come "un Romeo e Giulietta punk", una storia d'amore ispirata a David Lynch tra due amanti sfortunati (interpretati da Ahmed Hammoud e Khansa Batma) che condividono un passato traumatico. Il film è alleggerito da concerti di heavy metal, poliziotti cattivi e uno strano serpente velenoso.

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Zanka Contact è stato definito un 'Romeo e Giulietta punk'La Biennale/Mostra del Cinema di Venezia

"Tutto il film è incentrato sull'imparare ad affrontare quello che ti è successo e a parlarne - spiega El Iraki -. Ci possono volere anni per riconoscere che hai un problema, che c'è qualcosa dentro di te, come un parassita, che non dovrebbe vivere dentro di te. Incontrare tutti i tipi di sopravvissuti - sopravvissuti a maltrattamenti domestici, stupri, guerre, militari, così come altri del Batalcan - e realizzare che non ero solo nel mio trauma, è stato come trovare un faro che ti indica la via".

"Non siamo soli nel nostro viaggio, e questa è la storia del mio film. Il mio eroe e la mia eroina sono entrambi vittime di un trauma. Quindi ora, come passano dalle vittime ai sopravvissuti?".

Il film, realizzato con meno di un milione di euro, è diventato il successo di pubblico della Mostra del Cinema di Venezia.

Arrivato a Venezia senza agente di vendita e senza pubblicista, El Iraki se n'è andato con un accordo per la distribuzione del film e il premio Orizzonti come migliore attrice per la protagonista Khansa Batma. Ricevendolo per suo conto, El Iraki ha esortato il pubblico in platea, tra cui l'attrice Cate Blanchett, a "correre dei rischi".

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Il film è stato molto apprezzato dal pubblico della MostraLa Biennale/Mostra del Cinema di Venezia

"In realtà devo darmi un pizzicotto ogni mattina - confessa il regista -. È stato sicuramente un lavoro di squadra realizzare il film, e sono venuto a Venezia con tutti loro. Ma non avevamo un compratore per il film, nessun rappresentante internazionale e nessun addetto stampa. È un miracolo quello che è successo. Sono stato fermato per strada, così come gli attori, e il compositore delle musiche, da persone che citavano le battute e la canzone del film".

Il regista ammette di essere ancora traumatizzato da certe situazioni. "Odio i fuochi d'artificio. Non riesco ad affrontarli. La minima cosa - come il rumore di uno pneumatico - può trascinarti via. Quando succede sei di nuovo al Bataclan. Ti succede per anni dopo ed è una prigione, ma quello che hai è la liberazione della parola. E il passo più grande che fai è ammettere che hai bisogno di aiuto".

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Zanka Contact è ambientato a Casablanca, non lontano dalla città natale del registaLa Biennale/Mostra del Cinema di Venezia

Zanka Contact sarà presentato in altri festiva cinematografici, tra cui il BFI London Film Festival in ottobre. "In un'epoca in cui non il cinema non rischia, questo film lo ha fatto ed è stato premiato - dice El Iraki - abbiamo finito il film solo tre giorni prima di venire a Venezia. Questo è un sogno, e la cosa migliore per me è che siamo riusciti a proiettarlo in anteprima su un grande schermo, davanti a un pubblico dal vivo, esattamente come era previsto. E di tutti gli in cui poteva capitare, è capitato proprio nel 2020, l'anno del coronavirus".

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