Libia: la tregua regge, incontro a Mosca

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Di Paolo Alberto Valenti
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Libia: la tregua regge e apre spiragli per la diplomazia

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Il presidente russo, Vladimir Putin, tira le fila del processo per il cessate il fuoco in Libia. Fayez al Sarraj, e il comandante dell'autoproclamato Esercito nazionale, Khalifa Haftar, sono a Mosca per l'unico punto d'incontro possibile tra i due contendenti: le condizioni della tregua .
La Russia, assieme alla Turchia, aveva mediato lo stop alle operazioni belliche per domenica 12 gennaio. Adesso, al Cremlino, le delegazioni libiche sono chiamate a firmare l'accordo, seppure in incontri separati con funzionari turchi e russi.

Russia e Turchia fanno da intermediari

La tregua in Libia, seppur fragile, sembra reggere, a parte qualche sporadica violazione denunciata da entrambe le parti. Così il cessate il fuoco accettato da Khalifa Haftar e Fayez al Sarraj, su richiesta di Turchia e Russia, ha aperto uno spiraglio per la diplomazia.

"Il generale comandante delle Forze armate arabe libiche ha dichiarato un cessate il fuoco e la fine delle operazioni purché l'altra parte si impegni allo stesso modo", aveva dichiarato nelle prime ore di domenica il generale Ahmed Al Mismari, portavoce dell' Esercito nazionale libico capitanato da Haftar che ha precisato "La risposta sarà dura in caso di violazione".

La mediazione di Conte

Garantire un il cessate il fuoco duraturo e che la conferenza di Berlino sia un primo passo verso un processo di pace sono gli obiettivi del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che oggi ha sentito Angela Merkel e Vladimir Putin, oltre ad al Serraj, con cui ha parlato ieri a lungo a Roma. Lunedì volerà ad Ankara per incontrare Recep Tayyip Erdoğan, poi sarà in Egitto schierato invece con Haftar.

Da Istanbul il premier libico, incontrando il suo principale sponsor, ha rilanciato una conferenza nazionale di pace, un'ipotesi a cui l'Italia guarda con fiducia.

Il compito dell'Italia in questa fase delicata sta proprio nel rimettere al centro della trattativa in Libia il ruolo dell'Europa e un fattivo lavoro per la riuscita del processo di Berlino.

Il governo di accordo nazionale libico ha accolto "con favore l'iniziativa della Russia e della Turchia" per "un cessate il fuoco" e si dichiara "disponibile ad accogliere qualsiasi tipo di iniziativa che possa andare in questa direzione". Su questo punto, il capo del governo di Tripoli ribadiva però nel pomeriggio, prima dell'annuncio in serata del cessate il fuoco da parte delle forze di Haftar, che "è condizionato al ritiro della parte che attacca".

Il primo ministro oggi è ad Ankara per incontrare il presidente Erdogan, l'altro intermediario della crisi libica. Mentre il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è a Tunisi per un faccia a faccia con il presidente della Tunisia, che - oltre a confinare con la Libia - è uno dei paesi interessati al fenomeno migratorio da territorio libico. Al centro dell'azione diplomatica c'è il ruolo di Italia ed Europa nella trattativa per gli equilibri a Tripoli, trattativa che ha spostato il baricentro a Est.

Il gradimento di Unsmil

La Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) ha espresso soddisfazione per l'annuncio dello stop alle operazioni militari in Libia, si legge su Twitter: "La missione spera che tutte le parti rispettino rigorosamente il cessate il fuoco e facciano spazio a sforzi pacifici per affrontare le controversie attraverso un dialogo libico-libico". La missione, infine, esprime "piena disponibilità" a sostenere i libici e ad usare tutte le sue capacità per aiutarli a trovare una soluzione pacifica e definitiva alla crisi.

Intanto si è sbloccata la situazione della Grande Baltimora, cargo italiano bloccato dalla guardia costiera libica che ha ripreso a operare normalmente nel golfo di Sirte.

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