Iran, Trump cerca la de-escalation: nessuna vittima negli attacchi

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Di Antonio Michele Storto
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Ha inoltre esortato gli alleati Nato a fare di più in Medio oriente

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DonaldTrump mette le mani avanti, ancora nel segno della de-escalation: i razzi caduti nella notte nella zona verde di Baghdad, dove si trova l'ambasciata statunitense già attaccata a capodanno non hanno provocato conseguenze.

Trump ha ribadto come - a dispetto delle recenti ritorsioni iraniane - la crisi sia ormai in declino.

"Non abbiamo subito perdite - ha detto alla stampa - tutti i nostri soldati sono al sicuro e i danni alle nostre basi militari sono minimi. Le nostre grandi forze armate sono pronte a tutto, l'Iran sembra essere in via di ritiro, il che è una buona cosa per tutte le parti interessate e un'ottima cosa per il mondo". 

Trump è inoltre tornato a mostrare il suo vecchio piglio isolazionista, esortando, gli alleati NATO a intensificare gli sforzi in Medio Oriente. In un colloquio con il segretario generale Jens Stoltenberg, - I due hanno concordato circa il fatto che la NATO "potrebbe contribuire maggiormente alla stabilità regionale".

Intanto anche il il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif sembra abbassare i toni, sottolineando come Teheran non voglia una guerra con Washington.

"Non abbiamo iniziato noi questo processo di escalation - ha dichiarato - gli Stati Uniti hanno intrapreso una guerra economica contro l'Iran, gli Stati Uniti devono rinsavire. La presenza del popolo iraniano nelle strade di molte città, una marea umana senza precedenti nella storia, dovrebbe far rinsavire gli Stati Uniti".

Tuttavia per il leader supremo iraniano, l'Ayatollah Ali Khamenei l'attacco lanciato mercoledì contro le basi militari statunitensi in Iraq non è una punizione "sufficiente" per l'assassinio del generale Suleimani.

E' ancora presto, secondo gli analisti,  per capire quale linea prevarrà: ma pare che tra Teheran e Washington sia l'ora della realpolitik

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