Trump all'Onu, bordate a Cina, Iran e Venezuela: "America non sarà mai socialista"

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Diritti d'autore REUTERS/Lucas Jackson
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Trump all'Onu, bordate a Cina, Iran e Venezuela: "America non sarà mai socialista"

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Le solite bordate contro Iran, Cina e **Venezuela, nessun accenno al clima **e un monito agli "attivisti dei confini aperti": "Le vostre politiche sono cattive e crudeli perché rafforzano le organizzazioni criminali". Non ha riservato grosse sorprese il discorso tenuto da Donald Trump nel corso della 74esima assemblea generale dell'Onu a New York.

Il presidente degli Stati Uniti ha definito "ridicole" le accuse di un suo pressing sull'Ucraina per indagare l'ex vicepresidente Joe Biden e suo figlio Hunter, ex membro del cda di un'azienda ucraina del gas su cui circolano voci di corruzione.

Trump ha confermato di aver negato aiuti militari all'Ucraina prima della conversazione telefonica del 25 luglio con il leader ucraino Volodymyr Zelensky, ma ha negato che il suo no sia una mossa per mettere pressione sul governo ucraino e spingerlo ad avviare un'indagine.

"Mi aspetto di chiudere un accordo con il Regno Unito"

Trump ha poi aperto il capitolo relativo al commercio. Il presidente ha detto di essere al lavoro con Canada e Messico per trovare un'intesa su un trattato che sostituisca il Nafta e si è detto ottimista a proposito di un nuovo accordo commerciale con il Regno Unito: "Mi aspetto di chiudere presto un accordo".

"Il futuro non appartiene ai globalisti - ha aggiunto -. Il futuro appartiene ai patrioti. Il futuro appartiene a paesi forti e indipendenti. Il globalismo ha esercitato un'attrazione religiosa sui leader del passato facendo sì che alla fine questi ignorassero i loro interessi nazionali. Quei giorni sono finiti".

Le accuse alla Cina

Poi è arrivata la prima bordata, diretta alla Cina, accusata di non avere adottato le riforme promesse quando nel 2001 è entrata a far parte dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto). Trump ha criticato Pechino per il suo ricorso a pesanti aiuti di Stato: "Gli Usa sono per scambi commerciali giusti e reciproci, il Wto ha bisogno di un cambio drastico".

Trump ha detto anche che gli Stati Uniti stanno "monitorando" la situazione ad Hong Kong: "Il mondo si aspetta che Pechino onori il trattato su Hong Kong", ha sottolineato l'inquilino della Casa Bianca, che poi ha invitato la Cina a proteggere "il modo di vita democratico e la libertà di Hong Kong".

"L'Iran è il maggiore sponsor del terrorismo"

Subito dopo è stato il turno dell'Iran, accusato nuovamente di avere organizzato gli attacchi ai due siti petroliferi dell'Arabia Saudita e di finanziare le guerre in Siria e Yemen.  "L'Iran è il maggiore sponsor mondiale del terrorismo - ha detto il presidente Usa -. Nessun paese dovrebbe finanziare la sua sete di sangue".

"L'America non sarà mai un Paese socialista"

Dopo Cina e Iran, è arrivato l'affondo contro Venezuela e Cuba: "La situazione in Venezuela - ha detto Trump - dimostra come il socialismo e il comunismo non hanno niente a che fare con l'uguaglianza, ma col potere e il totalitarismo. L'America non sarà mai un Paese socialista".

Non poteva mancare un affondo sull'immigrazione, un altro dei cavalli di battagli di Trump. Il presidente si è scagliato contro gli "attivisti dei confini aperti" e ha ringraziato il presidente messicano Lopez Obrador per avere schierato 20mila soldati per presidiare il confine tra Messico e Stati Uniti.

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