Ue-Turchia: ecco le tappe principali di un percorso incompiuto

Ue-Turchia: ecco le tappe principali di un percorso incompiuto
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Di Cecilia Cacciotto
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Nel 2005 il via ufficiale dei negoziati di adesione, firmati da Recep Tayyip Erdoğan, allora interlocutore affidabile per gli europei. Nel giro di 15 anni cosa è successo?

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Ponte ideale tra Europa e Asia, le aspirazioni di Ankara a entrare nell'Unione europea risalgano all'inizio degli anni Sessanta del secolo scorso, quando viene firmato un accordo di associazione con la Comunità economica europea.

Nonostante la posizione strategica della Turchia e gli interessi economici che il mercato turco rappresenta per l'Europa, il via ufficiale dei negoziati d'adesione si ha solo nell'ottobre del 2005, l'annuncio ufficiale viene fatto nel Consiglio europeo del dicembre del 2004 da ll'allora presidente della Commissione europea José Manuel Barroso.

A sinistra, José Manuel Barroso, presidente della Commisione dal 2004 al 2014

"Credo sinceramente che oggi abbiamo una decisione che è positiva per la Turchia e positiva per l'Unione europea, che risponde alle esigenze di entrambe le parti e ci consente di andare avanti. Questo è un giorno in cui il popolo turco dovrebbe rallegrarsi in vista del suo futuro europeo".

Così è stato, i turchi celebrano con euforia l'accordo che dovrebbe traghettare- di lì a breve, è l'auspicio - il Paese nell'Unione.

Le premesse sono ottime, la Turchia dei primi anni 2000 registra una crescita economica dai ritmi cinesi, che sfiorano il 10% ,e il governo, moderatamente islamico di Tayyp Recep Erdogan, si impone come interlocutore affidabile.

Va da sé che il 40% del commercio estero turco ha come sponda gli Stati membri dell'Unione europea e che il 64% degli investimenti diretti in Turchia provengono da Paesi comunitari.

Numeri che non bastano a incantare l'opinione pubblica europea: gli europei restano in larga maggioranza ostili all'ingresso della Turchia nel club dei 28. A influenzare in questo senso il processo d'adesione anche l'aperta ostilità, in quegli anni, del presidente francese Nicolas Sarkozy e della cancelliera tedesca Angela Merkel.

La congiuntura economica internazionale da un lato e le vicende interne alla Turchia, assestano un brusco arresto al processo di adesione: dopo il fallito golpe del luglio del 2016, arriva la raffica di arresti voluta da Erdogan per imbrigliare i golpisti e la stretta sulle libertà civili. In Europa si riaccende il dibattito sull'opportunità dell'adesione turca.

Nel febbraio di quest'anno, l'assemblea di Strasburgo chiedeva alla Commissione europea di bloccare formalmente i negoziati viste le continue e ripetute violazioni dello stato di diritto e la violazione dei diritti umani.

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