Bruxelles, Fico il mediatore fra Juncker e il Governo

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Di Simona ZecchiGiulia Garofalo
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"Sono stato molto chiaro con tutte le persone con cui ho parlato e ho detto che se l'Europa non cambia, non si trasforma e non mette al centro le persone e lotta alla poverta' e' un'Europa che non va da nessuna parte"

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La necessità di mediare, di abbassare i toni, di raffreddare le temperature tenute alte dagli attacchi sferrati negli ultimi giorni dai due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio contro gli attuali membri della Commissione europea sul tema sollevato dalla manovra del Governo italiano.

Fare politica è venirsi incontro trovare una soluzione insieme, questa la cifra mostrata dal presidente della camera Roberto Fico alla stampa dopo il faccia a faccia con il presidente della commissione europea, Jean-Claude Juncker seguito a quello avvenuto con Pierre Moscovici. Lo stesso approccio approvato dal Ministro dell'economia Giovanni Tria, che dall'Italia, in audizione sulla nota di aggiornamento della manovra, ha sostenuto la tenuta imbonitrice di Fico dichiarando anche : "Ora si apre una fase di confronto costruttivo con la Commissione che potrà valutare le fondate ragioni della strategia di crescita del governo delineata dalla manovra".

Fico ha risposto alla nostra domanda - posta dalla nostra corrispondente a Bruxelles Giulia Garofalo -  sulla incompatibilità delle posizioni fra i due vice ministri (soprattutto Di Maio) e la missione dialogante opposta da Fico a Bruxelles:

"Ho appena letto le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, del Ministro dell'Economia Tria..., tutti convengono che bisogna abbassare i toni; con toni bassi si lavora sulla politica sulla visione programmatica che ha un Paese, ragionando fuori dalla mediaticità delle dichiarazioni dei toni, ma dentro le questioni politiche".

Ma la posizione del Presidente della camera è stata anche molto chiara sulla manovra: "

Il concetto di sfida (posto come interlocuzione dalla stampa dopo il colloquio con Juncker durato oltre un'ora ndr) è sbagliato: nessuno sfida lo spread o i mercati. Lo stato italiano ha il diritto di fare legittimamente una manovra senza sfidare nessuno, per parlare all'Europa senza sfidare ma per cambiare".

Il Presidente Fico ha anche discusso con Juncker del tema che più gli sta a cuore, l'omicidio del giovane ricercatore Giulio Regeni sul quale il capo di Montecitorio ha chiesto alla Commissione Europea che l'Italia, così come sull'immigrazione, non debba restare sola.

L'Italia troppo spesso è stata lasciata sola dall'Europa,  così è successo anche nei rapporti con l'Egitto di fronte alla tortura e all'uccisione di un nostro ricercatore, di un ricercatore europeo. La verità per Giulio Regeni non è una questione bilaterale fra Italia e Egitto, ma qualcosa che appartiene a tutti e che riguarda l'Europa stessa nel suo essere una comunità".

Un incontro valutato positivamente dalla portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas: “è una prova della quantità dell’affetto e dell’attenzione che il presidente Juncker ha per l’Italia come ha detto pubblicamente diverse volte prima. È stata una discussione utile su questione di interesse comune, sia per l’Italia sia per l’Ue. Entrambe hanno concordato che l’Italia è e continuerà ad essere al cuore del progetto europeo”, ha detto.

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