Politica italiana: due mesi di turbolenze, e poi?

Politica italiana: due mesi di turbolenze, e poi?
Diritti d'autore 
Di Diego Malcangi
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Al voto probabilmente in marzo, con l'incognita di un PD che vive una fase di forti turbolenze. A destra il ritorno di Berlusconi toglie spazio alle alternative, a sinistra Renzi non cede e non lascia cadere la Boschi. Più a sinistra, entrambi i presidenti delle camere sono in campagna...

PUBBLICITÀ

L'inverno è arrivato, e quello politico sarà lungo. All'appuntamento con la stagione fredda si presentano puntuali raffreddori e influenze, nel senso qui di allontanamento degli elettori e commistioni tra politica e affari.

Con una primavera ancora da definire, quella del voto: si era dato per certo l'11 marzo, o forse il 4 o il 18. Ma non è detto: nel discorso di fine anno il Presidente della Repubblica potrebbe anche tradire le attese e non annunciare lo scioglimento delle camere, e in quel caso di andrebbe al voto in maggio. 

In entrambi i casi, ci sarà un election day. 

Se in marzo, legislative accorpate alle regionali in Lombardia, Lazio e Molise. 

Se in maggio, si aggiunge il primo turno delle amministrative, e questa soluzione potrebbe essere interessante per un PD che vive una fase difficile, appesantito dalle uscite, dalle lotte interne, dalle banche.

Anche se viene dato per quasi certo il voto in marzo, la situazione potrebbe imporre altre scelte.

A **sinistra del PD **si presenterà il nuovo Liberi e Uguali, guidato dall'attuale Presidente del Senato, Pietro Grasso, e anche l'attuale Presidente della Camera Laura Boldrini ha aderito allo stesso movimento. Una situazione anomala, con il rischio che i presidenti delle due camere siano impegnati per mesi a dare slancio al nuovo movimento.

Nel **PD **invece il segretario, Matteo Renzi, si vede come logico candidato alla guida del governo, e vorrebbe riportare con se quella Maria Elena Boschi messa in difficoltà dalle rivelazioni sui suoi colloqui su Banca Etruria, istituto di cui il padre era vice-presidente, commissariato poi come altri dal decreto del governo. Nessuno, nel corso delle audizioni della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche, ha detto di aver subito pressioni dall'ex ministro per le riforme, attualmente sottosegretario alla presidenza del Consiglio: d'altra parte, argomentano giornalisti del calibro di Marco Travaglio e Ferruccio de Bortoli, l'interessamento o la preoccupazione espressa su un istituto da parte di una personalità politica di quel livello di solito bastano ad indicare le desiderata sulla banca in questione. Ad entrambi la Boschi ha promesso querela, poi con De Bortoli ha scelto la causa civile.

Vicende intricate come intricati sono i rapporti politici.

Bersani e D'Alema cavalcano la situazione, Renzi non può scaricare la Boschi e i sondaggi premiano il Movimento Cinque Stelle, ormai al 30%. A destra il rientro dell'ottantunenne Berlusconi sembra aver risollevato Forza Italia, e d'altra parte ogni suo ritorno ha l'effetto di bloccare qualsiasi alternativa di leadership - d'altra parte è l'unico che riesca ad essere populista e moderato nello stesso tempo -.

Prudente ora sulla questione delle banche, sembra quasi prepararsi alle larghe intese. D'altra parte, e benché sia stata adottata una nuova legge elettorale, la governabilità resta - e resterà probabilmente a lungo - la grande incognita.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Italia: intercettazioni, passa la riforma

Cosa ha detto Gentiloni nella conferenza stampa di fine anno

I figli di Berlusconi mettono in vendita Villa Certosa in Sardegna per 500 milioni di euro