Scommessa Iran: conferenze a Milano

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Il ciclo di incontri è frutto di una collaborazione con il Parlamento Europeo

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La conferenza su “Elezioni in Iran e la sfida del futuro” si è tenuta presso la facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali dell’Università degli Studi di Milano.

Presenti Alberto Negri (inviato speciale de Il Sole 24 Ore), Giuseppe Acconcia (giornalista e scrittore), Elisa Giunchi (professore associato Dipartimento di Studi internazionali dell’Università degli Studi di Milano) e Valeria Giannotta (direttrice di CIPMO).

L’organizzatore dell’evento è, appunto, il Centro Italiano per la pace in Medio Oriente.

La direttrice di CIPMO, Valeria Giannotta, spiega come è nato il centro: “CIPMO è un centro che è nato sull’idea del dialogo ed il progetto di pace tra Israele e Palestina. Con il tempo però, in linea con il cambiamento della regione (Medio Oriente) ed il grande dinamismo di un Medio Oriente allargato anche nel nord Africa, ha iniziato a occuparsi di queste tematiche con una prospettiva molto più ampia, soprattutto con una logica di ripercussione diretta su quelle che sono le questioni italiane”.

“Questo ciclo di incontri, “Cattedra del Mediterraneo” – continua -, è un progetto di collaborazione con il Parlamento Europeo e il Comune di Milano: CIPMO si impegna di creare i convegni con la collaborazione del Ministero degli Affari Esteri, considero questa conferenza sull’Iran un po’ come il riflesso di un grande convegno che il centro italiano per la pace in Medio oriente ha organizzato l’anno scorso, portando al tavolo i grandi esperti sia italiani che internazionali a dialogare sull’impatto dell’accordo nucleare iraniano sulla comunità internazionale”.

Alberto Negri, inviato de Il Sole 24 Ore, scrittore e ricercatore che per più di vent’anni ha seguito gli eventi politici, economici e sociali del Medio Oriente, spiega il motivo per cui nei titoli di tutti questi incontri e convegni sono incluse le parole che esprimono “dubbio”; i titoli come “Scommessa Iran” e “la sfida del futuro”:

“Scommessa – dice – perché ci riguarda direttamente, come Italia e come Europa: è una scommessa importante perché dopo il 2015, il famoso Barjam (l’accordo nucleare), tutti si aspettavano una riapertura ai mercati internazionali dell’Iran. Addirittura a Teheran si aspettava un flusso di centoquaranta miliardi di dollari di investimenti internazionali. Ne sono arrivati un decimo circa. Perché se è vero che l’Iran è rientrato nei circuiti finanziari internazionali, continuano invece a sussistere le sanzioni che frenano le banche occidentali dal concedere i crediti all’Iran. Questo significa, in poche parole, per esempio che l’Italia sta aspettando in realtà di scongelare commesse per venticinque miliardi di dollari”.

“Le società internazionali – conclude Negri – che vogliono lavorare in Iran, quelle occidentali, devono spesso ricorrere ai consorzi bancari asiatici come i finanziamenti cinesi. Questo è il significato di “scommessa Iran”; credo che nei prossimi mesi, capiremo se questa amministrazione americana avrà il coraggio di scongelare davvero l’Iran. La prova del nove sarà la famosa commessa degli aerei Boeing, ottanta veicoli civili americani che gli Stati Uniti dovrebbe vendere a Teheran. La decisione probabilmente verrà presa alle fine dell’anno; se fosse positiva, dal quel momento in poi, vedremo forse l’Iran in una luce molto diversa da quella in cui la vediamo oggi”.

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