Dopo la voce grossa, l'allineamento sulla politica dei predecessori. Washington cerca di far sponda sulla Cina
Sgonfiati i muscoli che aveva mostrato, sulla Corea del Nord Washington torna a lanciare appelli alla mediazione. Dopo la voce grossa delle ultime settimane, il Presidente Trump sembra allinearsi alla sponda sulla Cina predicata dai suoi predecessori.
Thanks to the men and women of USS Ronald Reagan. Meeting the crew of @Gipper_76 was one of the highlights of my visit to Japan. #VPinASIApic.twitter.com/4KWRRrd9CO
— Vice President Pence (@VP) 19 aprile 2017
Portavoce degli auspici a stelle strisce di un’accresciuta pressione di Pechino su Pyongyang il vice-presidente Mike Pence ha però dal Giappone anche tenuto a rassicurare Tokyo. “Negli anni a venire gli Stati Uniti continueranno a dispiegare nella regione una crescente quantità di avanzate risorse militari – ha detto durante la sua visita alla portaerei Ronald Reagan -. Potete star certi che faremo tutto il possibile per garantire la difesa di un amico e un alleato come il Giappone”.
La flotta USA verso la penisola coreana. Anzi, no
Meno rassicurante è invece per Tokyo che, contrariamente a quanto annunciato da Washington negli scorsi giorni, la portaerei Carl Vinson non stia facendo rotta sulla penisola coreana ma navighi ora in direzione opposta, verso l’Australia.
US carrier still thousands of miles from Korea https://t.co/GZAJcW1Qxk
— Defense News (@defense_news) 17 aprile 2017
Allarme di Pechino su test missilistici e minacce di Pyongyang
La minaccia di nuovi test missilistici allarma intanto anche Pechino, che esprime ora “profonda preoccupazione”. Gioco delle parti o vera escalation, certo è che Pyongyang sembra ormai mettere tutti i mezzi di cui dispone al servizio della retorica bellicistica con cui fa aleggiare sull’Occidente la minaccia di una guerra nucleare, che sostiene di poter scatenare in qualsiasi momento.