I pronostici sulle presidenziali statunitensi restano aperti e l’esito della corsa alla Casa Bianca potrebbe essere determinato anche dall’entità dei finanziamenti a disposizione dei due…
I pronostici sulle presidenziali statunitensi restano aperti e l’esito della corsa alla Casa Bianca potrebbe essere determinato anche dall’entità dei finanziamenti a disposizione dei due candidati.
Donald Trump, spesso definito “il miliardario”, ha in realtà meno risorse di Hillary Clinton, a giudicare dall’analisi pubblicata da Politico.
L’esponente repubblicano ha incrementato gli sforzi per la raccolta fondi in agosto, ma ha racimolato 42 milioni di dollari meno dell’avversaria.
Nello stesso mese, i soldi raccolti dalla campagna di Trump, compresi due superPAC e il Comitato nazionale repubblicano, non hanno superato i 70 milioni di dollari.
Clinton ha invece ottenuto 112 milioni (incluso il contributo di un superPAC).
La differenza si deve al fatto che i finanziatori di Clinton, pur se meno numerosi, elargiscono somme consistenti e solo il 31% dei donatori democratici resta sotto i 200 dollari. Il 65% dei sostenitori di Trump, invece, fa offerte di modestà entità.
Detratte le spese, settembre si è aperto quindi con Trump fermo a quota 96 milioni di dollari, mentre Clinton aveva in banca 121,4 milioni.
Questa analisi non include il fundraising attivato congiuntamente con il proprio partito, né i superPAC, visto che questi tipi di comitati comunicano le loro cifre ogni tre mesi, quindi le dichiareranno il 15 ottobre.
I superPAC
I superPAC, ovvero le concentrazioni di grandi donatori che Bernie Sanders si vantava di non avere a sua disposizione, hanno un peso su entrambi i fronti. Clinton può contare su “Priorities USA”, che ha garantito alla candidata 23,4 milioni di dollari in agosto, più della metà dei quali provenienti da soli 5 donatori: il fondatore di Slim-Fast Daniel Abraham, il responsabile di Newsweb Fred Eychaner, il big della finanza George Soros, l’investitore Donald Sussman e il fondo “Emerson Collective” di Laurene Powell, vedova di Steve Jobs.
I gruppi “American Bridge” e “Correct the Record” non hanno ancora reso noti i dettagli del loro probabile sostegno alla ex First Lady.
Trump dovrebbe invece essere destinatario di contributi del re dei casinò di Las Vegas, Sheldon Adelson, e di sua moglie Miriam. Ma le cifre non sono ancora state svelate ufficialmente, come quelle dei superPAC “Committee to Restore America’s Greatness” e “Rebuilding America Now”.
“Make America Number 1”, guidato dalla famiglia Mercer, ha ricevuto 1 milione di dollari da Cherna Moskowitz, un filantropo di Miami, e 50.000 dollari da Erik Prince, fondatore della compagnia Blackwater, coinvolta in scandali sull’utilizzo di contractor in Iraq.
Sostengono Trump anche “Great America PAC” e altri gruppi minori.
Le spese
È interessante anche confrontare le spese dei due candidati.
Trump ha versato 5,3 milioni di dollari per la propria promozione sui media in agosto, assegnando la maggior parte della somma a Rick Reed Media.
Clinton ha pagato ben 32,7 milioni alla GMMB.
Trump ha poi dato a consulenti almeno 1 milione di dollari (quasi il doppio della cifra impegnata in luglio per la stessa ragione) e il suo staff è aumentato fino a 140 unità, che gli costano 643.000 dollari mensili.
L’esponente democratica può contare su 789 persone e sborsa 3,3 milioni.
Il rivale repubblicano ha speso 547.000 dollari per servizi forniti da compagnie di sua proprietà, inclusi 170.000 per affittare a sé stesso la Trump Tower.
Comunque vadano le elezioni, non avrà sprecato i suoi soldi. Anzi, quelli dei suoi sostenitori.