A due anni dall’invasione russa della Crimea, Mosca annuncia che è posticipata di un anno la fine dei lavori di costruzione del ponte che dovrà unire
A due anni dall’invasione russa della Crimea, Mosca annuncia che è posticipata di un anno la fine dei lavori di costruzione del ponte che dovrà unire la penisola, sottratta all’Ucraina, alla Russia.
Il ponte attraverserà lo stretto di Kerch e avrà due vie separate, una per il traffico stradale e una per il traffico ferroviario. Secondo il comunicato del Cremlino il ritardo è legato all’adeguamento della struttura al peso dei vagoni ferroviari.
Con i suoi 19 chilometri di distanza, il ponte sarà il più lungo d’Europa di questo tipo e il più lungo mai costruito dalla Russia. La struttura unirà la cosiddetta “Repubblica autonoma di Crimea” alla Russia facilitando la logistica e le comunicazioni tra Russia e la penisola.
Ieri intanto la procuratrice russa della Crimea, Natalia Pokloskaia, ha sospeso l’attività del Parlamento dei Tatari di Crimea, la minoranza di fede musulmana storicamente presente nella penisola e già vittima delle deportazioni staliniane. I Tatari di Crimea sono nella stragrande maggioranza radicalmente contrari all’annessione della penisola che si affaccia sul Mar Nero alla Russia.