Cop 21: cambiare oggi per preservare il nostro domani

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COP21, l’acronimo dell’ormai imminente conferenza delle Nazioni Unite sul Clima, in programma a Parigi da fine novembre all’11 dicembre, sarà uno dei

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COP21, l’acronimo dell’ormai imminente conferenza delle Nazioni Unite sul Clima, in programma a Parigi da fine novembre all’11 dicembre, sarà uno dei più grandi vertici internazionali del 2015 e tra i più importanti degli ultimi anni.

La sfida che il pianeta ha di fronte è importante: contenere il cambiamento climatico sotto la soglia dei 2°C rispetto all’era preindustriale (1850 circa).

Ma come fare? Che tipo di accordo raggiungere? Le misure prese devono essere vincolanti? E se si come implementarle e come procedere a controlli che siano efficaci?

Raggiungere un accordo vincolante

L’Unione europea chiede che l’accordo di Parigi sia vincolante.

A ribadirlo su euronews il commissario per l’Energia Miguel Arias Canete.
“L’accordo di Parigi deve essere un accordo vincolante a livello legale e a livello internazionale”.

http://it.euronews.com/2015/11/26/cop-21-l-ue-chiede-un-accordo-vincolante-sul-clima/

Il Segretario di Stato americano, John Kerry, in un’intervista al Financial Times ha dichiarato che alla conferenza sul clima “non ci sarà alcun trattato. Non ci saranno obiettivi di riduzione legalmente vincolanti, come quelli di Kyoto”.

“Se l’accordo non è vincolante a livello legale” ha risposto il presidente francese François Hollande, ai margini del vertice sulle migrazioni, che si è svolto a Malta, “non vi sarà alcun accordo. Dobbiamo invece conferire all’accordo di Parigi, se ve ne sarà uno, un carattere vincolante nel senso che gli impegni presi devono essere mantenuti e rispettati”.

Stando a un sondaggio del Guardian, i cittadini cinesi e americani sono quelli meno preoccupati dal riscaldamento globale.
E sembra che Cina e India non abbiano intenzione di sottomettersi a un accordo che sia vincolante, anche se si impegnano nella lotta contro il cambiamento climatico.

Effetti devastanti sui Paesi poveri e in via di sviluppoQuasi 800 miliardi di dollari: è questo il costo che i Paesi in via di sviluppo dovranno sostenere per adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici di qui al 2050. Una cifra a cui si aggiungono le perdite che le economie dei paesi poveri accumuleranno ogni anno, stimate in 1.700 miliardi di dollari. L’allarme arriva dal rapporto Oxfam, pubblicato alla vigilia della conferenza.

http://www.oxfamitalia.org/wp-content/uploads/2015/11/FINAL-mb-game-changers-paris-climate-deal-251115-en.pdf

L’impatto sulle comunità più povere del pianeta deve essere al centro del summit di Parigi per la direttrice delle campagne di Oxfam Italia, Elisa Bacciotti:
“Sono necessari ulteriori tagli alle emissioni e un incremento dei fondi per il clima, per far sì che le popolazioni più esposte agli effetti dei cambiamenti climatici, già colpite da alluvioni, siccità e fame, possano adattarsi e sopravvivere alle trasformazioni che ci attendono.

L’Oxfam chiede da tempo, insieme a altri 100 Paesi in via di sviluppo, che si lavori al fine di non superare un aumento delle temperature di 1,5 °C.

Obiettivo ambizioso

La richiesta di Oxfam e dei Paesi in via di sviluppo può sembrare ambiziosa, ma in molti auspicano un impegno sempre maggiore, una decarbonizzazione dell’energia da qui alla fine del secolo. Tra gli altri l’Unione europea:

Miguel Arias Canete:
“Metteremo in atto un meccanismo per cui ci sarà un controllo e alla scadenza dei cinque anni verificheremo dove siamo e potremo dire: possiamo fare uno sforzo in più perché alla fine del secolo si arrivi alla ‘decarbonizzazione’ dell’energia, limiteremo l’emissioni tossiche, le ridurremo a zero e potremo dire che abbiamo salvato il pianeta”.

http://it.euronews.com/2015/11/26/cop-21-l-ue-chiede-un-accordo-vincolante-sul-clima/ In questo senso va la riflessione della Iea, gli obiettivi sul clima devono essere regolarmente rivisti e migliorati.

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https://www.iea.org/newsroomandevents/pressreleases/2015/june/iea-sets-out-pillars-for-success-at-cop21.html

L’industria petrolifera vuole fare la sua parte

In vista della Conferenza sul clima, dieci grandi dell’oil&gas, Eni, BG group, Bp, Pemex, Reliance Industries, Repsol, Saudi Aramco, Shell, Statoil e Total, hanno presentato una dichiarazione congiunta in cui si mostrano pronti a accogliere la sfida per ridurre le emissioni tossiche.

http://www.oilandgasclimateinitiative.com/wp-content/uploads/2015/10/OGCI-CEO-Declaration-2015.pdf

I dieci amministratori delegati hanno sottoscritto:“La nostra ambizione condivisa è per un futuro in linea con i 2°C. Si tratta di una sfida per l’intera società e noi ci impegniamo a fare la nostra parte: nel corso dei prossimi anni tutti insieme rafforzeremo misure e investimenti per contribuire a ridurre l’intensità di gas ad effetto serra del mix energetico globale. La nostre compagnie collaboreranno in diverse aree con l’obiettivo di andare oltre gli sforzi individuali”.

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L’ad di Total, Patrick Pouyanné, ha dichiarato: “Siamo parte della soluzione”.

Total CEO Patrick Pouyanné: “Solar is clearly a long-term undertaking” https://t.co/RgUKsvROiMpic.twitter.com/7RKRy5H2zl

— Total (@Total) 23 Novembre 2015

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