Il discorso di Putin alla nazione: in guerra per la vita

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Il discorso di Putin alla nazione è un discorso di guerra: guerra al terrorismo che minaccia il mondo e alla Turchia che minaccia la Russia. La

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Il discorso di Putin alla nazione è un discorso di guerra: guerra al terrorismo che minaccia il mondo e alla Turchia che minaccia la Russia.

La politica estera di Mosca non cambia e resta aggressiva nel momento in cui la comunità internazionale ha bisogno della Russia e rivaluta il suo ruolo nella lotta al terrorismo.

“Tutti gli stati civili dovrebbero collaborare per combattere il terrorismo, non solo a parole ma con i fatti, con questo voglio dire che non dobbiamo ospitare criminali, non dobbiamo avere contatti con organizzazioni terroristiche, e non dobbiamo trattare con loro e fare affari”.

Il riferimento alla turchia è chiaro, com‘è chiaro che il ritardo di Erdogan alla Cop 21, questo lunedì, è dovuto al fatto che non vuole incrociare il presidente turco.
Arrivano così le bordate contro la Turchia, che ha abbattuto un jet russo il 24 novembre e che, stando alla Russia, trae vantaggio dai pozzi di petrolio gestiti dall’Isil.

La Turchia si pentirà, perché la Russia non dimenticherà l’affronto.

Non dimenticherà “chi ha colpito alle spalle i nostri piloti,non capisco perché l’abbiano fatto. Solo Allah può capirlo. Allah ha deciso di punire le autorità turche togliendo loro il lume della ragione”.

La retorica e i toni usati da Putin, questo giovedì, spazzano via la speranza di archiviare l’incidente in breve tempo.

La Russia non avrà una risposta isterica, dettata dal dolore e dalle circostanze, ma non si limiterà a sole sanzioni commerciali:

“Se qualcuno pensa che l’uccisione della nostra gente, questo crimine, possa essere punito con misure riguardanti pomodori o altre limitazioni, si sbaglia. Noi ricorderemo quanto hanno fatto più volte e si pentiranno. Sappiamo cosa dobbiamo fare”.

La Turchia ha respinto tutte le accuse di collusione con lo Stato islamico. Mercoledì il ministero della Difesa russo accusava direttamente la famiglia del presidente Erdogan di comprare il petroliod i Daesh.

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