Giappone in recessione, lo yen resta bene rifugio in Medio Oriente

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L’economia giapponese in difficoltà è al centro di questa puntata di Business Middle East. Dopo un breve periodo di crescita, la terza economia

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L’economia giapponese in difficoltà è al centro di questa puntata di Business Middle East. Dopo un breve periodo di crescita, la terza economia mondiale ha annunciato il ritorno alla recessione.

Sembra che le politiche del primo ministro giapponese Shinzo Abe volte a rinvigorire l’economia, note come “Abenomics”, non abbiano dato frutti, visto che il Paese è entrato in recessione per la seconda volta dal 2012, l’anno in cui Abe fu rieletto.

Oggi vengono sollevati molti interrogativi sull’efficacia dei programmi di allentamento monetario in Giappone e sull’impatto degli eventi della scorsa settimana sullo yen e sulle contrattazioni valutarie nella regione araba.

Scarsi investimenti e consumi, fattori di recessione

Il prodotto interno lordo ha frenato per due trimestri consecutivi, sinonimo di recessione tecnica: tra luglio e settembre il calo del Pil è stato dello 0,2%.

La frenata era prevista da vari esperti che fra le cause indicano il calo della domanda cinese, gli scarsi investimenti delle imprese giapponesi, gli aumenti salariali fermi con la conseguente riduzione dei consumi.

Secondo gli esperti il motivo principale è l’aumento dell’IVA deciso dal governo lo scorso anno che dovrebbe essere seguito da un ulteriore rialzo nel 2016.

Tuttavia, giovedì scorso, la Banca del Giappone ha confermato il mantenimento dell’attuale politica di stimolo, considerando l’economia nazionale in “moderata ripresa”.
L’istituzione guidata da Haruhiko Kuroda non esclude però adattamenti se necessario.

La scorsa settimana la Borsa giapponese ha chiuso in rialzo, con il Nikkei che ha guadagnato l’1,4%.

Dopo la riunione della Banca del Giappone, lo yen si è apprezzato rispetto a un paniere internazionale di valute, guadagnando lo 0,9% contro il dollaro statunitense, l’1,19% contro l’euro, l’1,24% contro la sterlina.

Lo yen si è apprezzato anche nei confronti delle valute di Medio Oriente-Nord Africa: + 0.80% contro il riyal saudita e +0,89% contro il dirham di Emirati Arabi Uniti.

L’esperto: “Lo yen resta bene rifugio”

Daleen hassan, euronews:
“Per un’analisi dell’economia giapponese e dell’andamento dello yen è con noi, come ogni settimana, Nour Eldeen Al-Hammoury, chief market strategist presso ADS securities ad Abu Dhabi.
Nonostante la continuità del programma di allentamento monetario, il Giappone è tornato in recessione. Perché?”

Nour Eldeen AL-Hammoury:
“Abbiamo sempre messo in guardia dall’impatto negativo che l’applicazione di programmi di quantitative easing per troppo tempo può avere. Questo programma non è nuovo in Giappone, è apparso circa quindici anni fa. Nonostante ciò, non è riuscito a sostenere l’economia come si proponeva. Per diversi motivi: il primo è la natura del consumatore giapponese e il secondo sono le riforme economiche. Il governo sta cercando di trasformare le sue politiche e di focalizzarsi sull’economia dei consumi, cosa molto difficile in Giappone”.

euronews:
“Quali sfide affronta il primo ministro Shinzo Abe nel realizzare le sue ‘Abenomics’”?

Al-Hammoury:
“Il ritorno alla recessione per la seconda volta durante il mandato del primo ministro è già considerato un fallimento, senza contare che il governo prometteva una situazione migliore di quella attuale. L’economia soffre da oltre cinque anni. Se ipotizziamo un cambio di governo? Non credo, ma non credo neppure che ci saranno aumenti dell’IVA come pianificato per l’anno prossimo. Molto probabilmente sentiremo parlare di prospettive di dimissioni del governo, perché la recessione si è ripetuta per la seconda volta durante il mandato di questo esecutivo ed è la quarta recessione consecutiva negli ultimi cinque anni”.

euronews:
“La banca centrale del Giappone ha deciso di mantenere invariata la propria politica di stimolo, nonostante le aspettative della scorsa settimana su un’eventuale espansione del programma di quantitative easing. Perché?”

Al-Hammoury:
“È molto probabile che la Banca centrale del Giappone voglia aspettare la decisione della Federal Reserve di dicembre prima di prendere qualsiasi tipo di misura.
Inoltre lo yen resta nella zona preferenziale della banca, almeno rispetto al dollaro. Se la Fed si muove a dicembre, non ci aspettiamo nuove mosse dalla banca centrale del Giappone. Ma se la Fed rimanda il rialzo dei tassi di interesse in quel caso ci aspettiamo che la banca centrale del Giappone intervenga, nella riunione che si svolge due giorni dopo quella della Fed, per mantenere lo yen debole”.

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euronews:
“Tu ritieni che lo yen sia un bene rifugio per gli investitori della regione Medio Oriente-Nord Africa. Dopo ciò che è successo la scorsa settimana, sei ancora dello stesso parere? Puoi dirci come sono state le contrattazioni dello yen in Medio Oriente?”

Al-Hammoury:
“Come la scorsa settimana, anche adesso considero lo yen un bene rifugio, alla luce del continuo rialzo del dollaro. Nonostante i recenti sviluppi osserviamo ancora una domanda elevata di yen e anche di fronte agli ultimi dati riceviamo molte richieste di yen tramite le nostre piattaforme sia in Medio Oriente, sia in Asia, sia in Europa, e ciò spiega perché lo yen è ancora considerato un bene rifugio. C‘è anche un’altra cosa importante: dal “Lunedì nero” cinese di quest’estate, lo yen si è confermato la seconda moneta più stabile dopo lo yuan. Ciò ha attratto l’attenzione degli investitori in Medio Oriente e questo mantiene elevata la domanda di entrambe le valute attualmente”.

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