A un secolo di distanza dall’uccisione di Nicola II e della moglie Alexandra Fëdorovna, le autorità russe hanno riaperto le indagini ed esumato ieri
A un secolo di distanza dall’uccisione di Nicola II e della moglie Alexandra Fëdorovna, le autorità russe hanno riaperto le indagini ed esumato ieri i corpi dello Zar e della zarina.
Il comitato investigativo intende portare a termine una serie d’accertamenti sull’autenticità dei resti dell’ultimo imperatore zarista, autenticità a più riprese messa in discussione dal Patriarcato di Mosca che a luglio aveva formalmente chiesto la riapertura delle indagini.
L’esumazione, a San Pietroburgo, antica capitale dell’impero zarista, dovrebbe contribuire a determinare le circostanze della morte e della sepoltura dei membri della casa Romanov, uccisi dal regime bolscevico nei pressi di Iekaterinenurg nel 1917.
Le indagini, avviate nel 1993, erano state chiuse nel 2009 in assenza di progressi significativi, ma la decisione era stata giudicata illegale da un tribunale russo l’anno seguente.
I resti degli altri membri della famiglia Romanov, rinvenuti in una fossa comune nel 1991, sono stati identificati ufficialmente nel 1998.