Ci sono voluti quattro anni, ma alcuni ce l’hanno fatta: i giovani socialisti norvegesi tornano a tenere il tradizionale campo estivo sull’isola di
Ci sono voluti quattro anni, ma alcuni ce l’hanno fatta: i giovani socialisti norvegesi tornano a tenere il tradizionale campo estivo sull’isola di Utoya, quella in cui ebbe luogo il massacro. Era il 22 luglio del 2011, Ander Behring Breivik uccise sessantanove persone per punire un partito e una società che riteneva troppo pronti alla corruzione dell’identità e all’accoglienza degli immigrati.
Dimenticare è impossibile, ma sono tornati per andare avanti:
“Sono emozionato, non vedo l’ora di incontrare molta gente e anche alcuni vecchi amici. Sarà anche un po’ strano tornare sull’isola dopo quattro anni. Ma dobbiamo fare altre cose da ricordare, è il solo modo per andare avanti”.
Alcuni edifici sull’isola sono stati ricostruiti, altri sono stati deliberatamente lasciati com’erano, con i fori dei proiettili.
Sono un migliaio i ragazzi iscritti, un numero record. Tra di loro, un po’ meno giovane, c‘è anche l’ex Primo Ministro, Jens Stoltenberg:
“È un’esperienza fantastica, e nello stesso tempo quello che accadde nel 2011, il 22 luglio, sarà sempre parte della storia di Utoya. Ma è bello vedere questa partecipazione delle nuove generazioni, che usano l’isola in modo positivo”.
Non tutti i superstiti sono tornati: alcuni hanno completamente cambiato vita, hanno completato a fatica gli studi e di politica o di attivismo non vogliono sentir parlare. Ma chi c‘è sente l’abbraccio delle centinaia di nuovi arrivati.