Turchia al voto: la prima volta degli elettori all'estero

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Le elezioni politiche in Turchia del prossimo 7 giugno sono già storiche per i cittadini turchi che vivono all’estero. Hanno potuto votare per la

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Le elezioni politiche in Turchia del prossimo 7 giugno sono già storiche per i cittadini turchi che vivono all’estero. Hanno potuto votare per la prima volta.

Gli elettori turchi nel mondo sono 2 milioni e 800mila, la metà vive in Germania. La comunità più grande si trova nella regione del Nord Reno Vestfalia e nonostante la distanza da Ankara, la tensione non è da meno. In molte città si è assistito a scontri, talvolta con numerosi feriti, tra simpatizzanti e critici del presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

Un confronto acceso che ha fatto aumentare il numero dei votanti, i turchi all’estero votano prima della madre-patria. Nelle elezioni presidenziali dello scorso anno l’affluenza all’estero è stata quasi del 18%, un dato già superato in questa tornata.

Segno anche della maggiore partecipazione della comunità curda che rappresenta il 30% dei turchi residenti in Germania e di un entusiasmo diffuso per quello che per molti è il primo voto.

“Dovrebbero trattare tutti allo stesso modo. Siamo tutti fratelli e sorelle. Ecco perché tutti dobbiamo essere uguali – dice un pensionato di origini turche residente a Colonia – Per esempio, chi vincerà dovrà essere il rappresentante di tutti. Questo è quello che vogliamo. Vogliamo solo il bene, tutto il bene. Non ci dovrebbero essere discriminazioni in Turchia. Basta dire questo è alevita, questo è sunnita, questo è un’altra cosa. Siamo tutti fratelli e sorelle”.

“Prima di tutto pace e fratellanza, non vogliamo altro che questo”., aggiunge una lavoratrice.

“Il Partito Democratico dei Popoli è un mosaico di comunità, un mosaico di fedi – aggiunge un elettore appartenente alla comunità yazida – Armeni, siriani, assiri, caldei, yazidi, sunniti, aleviti possono esprimersi e ritrovarsi in questo partito”.

Nella città di Dortmund, nel Nord Reno Vestfalia, si sono segnalate lunghe code all’esterno dei seggi allestiti nel consolato. La Germania rappresenta la più grande circoscrizione dopo Istanbul, Ankara e Smirne e il presidente Erdogan non ha mancato di tenere un affollato comizio.

“Dobbiamo cambiare la Costituzione turca per ottenere la doppia nazionalità”, spera un’insegnate in pensione.

“Il voto dei turchi all’estero può essere decisivo – sostiene l’inviata di euronews in Germania, Gizem Adal – Si vedrà se l’Akp otterrà la maggioranza assoluta e se il partito democratico dei Popoli passerà la soglia di sbarramento del 10%”.

Erdogan non è stato l’unico a fare campagna elettorale in Germania. Quasi tutti i leader politici impegnati in queste elezioni si sono precipitati nelle città europee per convincere gli elettori turchi all’estero. Promettono agli elettori che in caso di vittoria riconosceranno formalmente le comunità all’estero.

“L’ammenda per chi non presta il servizio militare è stata ridotta da 6000 euro a 1000 euro – ricorda Süleyman Çelik, capo dell’Unione europea dei turchi Democratici – E il nostro Primo ministro ha promesso che il rpimo atto del nuovo governo sarà quello di avviare le iniziative necessarie per dare alle regioni all’estero lo status di circoscrizioni elettorali”.

Il principale movimento d’opposizione, il partito Repubblicano del Popolo, ha già presentato un progetto di legge al Parlamento turco.

Il centrosinistra, arginato in patria dai conservatori, cerca di attirare i voti soprattutto della comunità curda: “Queste persone non possono esprimere i loro problemi nel Parlamento turco. Il nostro partito ha presentato una proposta di legge su questo tema, ma il partito di governo non l’ha sostenuta – ricorda Ercan Karakaş, vice presidente del CHP – Ora invece vengono a dire che renderanno queste regioni delle circoscrizioni elettorali. Ma se ci avessero sostenuto avremmo potuto già farlo”.

“Diciamo che i voti che si perdono in Turchia possono essere recuperati all’estero – aggiunge Ercan Karakaş – Ecco perché i risultati delle circoscrizioni estere sono importanti, soprattutto per quanto riguarda la questione della soglia elettorale”.

I filo-curdi del Partito Democratico dei Popoli tentano di uscire dall’ombra della sotto-rappresentanza.

Il rappresentante del partito in Germania, Yüksel Koç, sostiene che i risultati influenzeranno anche Europa e Medio Oriente: “La comunità curda è la più organizzata tra quelle all’estero. Oltre 1 milione e mezzo di curdi vivono in Europa e la maggior parte di loro vive in Germania”.

“Saremo il primo partito in Europa in queste elezioni – conclude Yüksel Koç – e se non riusciremo a superare la soglia di sbarramento, queste persone rivendicheranno i propri diritti”.

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