Odore di zolfo al Met con la "Carriera di un Libertino" di Stravinskij

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Di Euronews
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L’ascesa e la caduta di un giovane dissoluto, plagiato dal diavolo che gli promette denaro e felicità, sono al centro di “La Carriera di un

L’ascesa e la caduta di un giovane dissoluto, plagiato dal diavolo che gli promette denaro e felicità, sono al centro di “La Carriera di un libertino”, andata in scena al Metropolitan Opera di New York, sotto la direzione di James Levine.

Tra le opere oggi più rappresentate di Igor Stravinskij, “The Rake’s Progress” – questo il titolo originale – vide la luce proprio a New York, dove il compositore russo si trasferì a partire dagli anni Quaranta.

Il diavolo, alias Nick Shadow, convince Tom Rakewell a lasciare l’amata Anne per spassarsela a Londra, dove il giovane dilapiderà la fortuna ereditata.

A interpretare Nick è il basso baritono Gerald Finley: “L’obiettivo di Nick è impadronirsi dell’anima di Tom Rakewell. Penso che riesca a influenzarlo perché è uno di quei personaggi, forse uno di quei personaggi universali, che offrono un potenziale, un’opportunità per godersi la vita senza troppa fatica”.

Il tenore Paul Appleby veste invece i panni del giovane traviato: “Tom non è solo un pagliaccio che cade nei tranelli del diavolo. Il testo è brillante, è frizzante… e a questo testo Stravinskij aggiunge una tale complessità da regalarci il personaggio di un ragazzo intelligente, eccitato e chiaramente mal consigliato”.

Il canadese Gerald Finley è quasi di casa al Met, dove ha interpreato opere di Mozart e Puccini.

Lo stesso vale per Paul Appleby, statunitense, che ha studiato tre anni nel quadro del Programma per giovani artisti della compagnia, prima che il suo nome fosse noto al grande pubblico.

“L’esperienza di stare su un palcoscenico come quello del Met è molto formativa – spiega Appleby – Se ne esci tutto intero, e non è scontato, diventi più forte. Anneghi o impari a nuotare”.

Se quest’opera di Stravinskij è oggi tra le più apprezzate, un motivo è da ricercarsi nella sua complessità musicale, secondo Finley: “La musica è ricca di rimandi: si indovina Bach, si avvertono certamante Mozart e Haydn, ma non è mai una copia. Tutto viene filtrato splendidamente da Stravinskij: c‘è sempre una sorpresa o un arricchimento. E’ come un viaggio avvincente tra i classici e il moderno musical americano”.

Quanto alla storia, è quasi un tema universale: “Credo che chiunque possa ritrovarsi nel viaggio di questo personaggio che ferisce la persona amata – dice Appleby di Tom Rakewell – per questo il finale è così commovente: quando Tom cerca di scusarsi per ciò che ha fatto, esprime un rimorso che abbiamo provato tutti”.

Per altri estratti delle interviste con il tenore Paul Appleby e il basso baritono Gerald Finley, clicca qui:

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