Limitazione del riscaldamento globale a 2 gradi centigradi, stanziamento di circa 3 miliardi di euro da parte degli Stati Uniti per i Paesi in via di sviluppo nel triennio 2010-2012, e 70 miliardi di euro versati dai Paesi industrializzati entro il 2020.
Il tutto attraverso una riduzione globale del 16% delle emissioni. Un accordo monco dato che, secondo recenti stime dell’Onu, questa riduzione provocherebbe comunque un innalzamento della temperatura del pianeta di almeno 3 gradi, almeno un grado in più quindi, dei limiti massimi consigliati dalla comunità scientifica.
Ma chi paga? Fra i maggiori finanziatori del progetto: Europa, Giappone e Stati Uniti che daranno vita a un fondo comune. 7 i miliardi di euro all’anno con l’obiettivo di arrivare a 70 miliardi all’anno entro il 2020.
L’accordo però, non solo non è vincolante, ma non esiste neppure un’autorità di controllo che vigilerà sul rispetto dei termini e sulle quote di emissioni di CO2 che i singoli Stati dovranno tagliare.