Alzheimer, una nuova terapia potrebbe prevenire l'insorgere della malattia

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Fda Diritti d'autore Manuel Balce Ceneta/Copyright 2020 The AP. All rights reserved.
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Partiranno a breve le sperimentazioni per una nuova terapia contro l'Alzheimer. Se somministrata precocemente potrebbe bloccare l'insorgere della malattia

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Una cura definitiva è un orizzonte ancora troppo lontano. Ma da anni la ricerca sta cercando di mettere a punto farmaci e terapie efficaci per contrastare i sintomi dell'Alzheimer. Una malattia sempre più diffusa, descritta da molti come una pandemia legata a doppio filo al progressivo aumento dell'aspettativa di vita a livello globale.

L'incidenza dei problemi correlati al deterioramento del sistema nervoso, infatti, aumenta mano a mano che la popolazione umana invecchia. L'Alzheimer è una patologia particolarmente insidiosa, sià perché le sue cause restano per buona parte ignote alla medicina, sia per gli effetti su ,malati e familiare. La progressione della malattia infatti culmina nella cancellazione pressoché totale della memoria di chi ne soffre, fino a non ricordare nulla di sé. 

Le ricerche in corso

Sono molti i laboratori che cercano modi per combattere o almeno ritardare la malattia. L'azienda americana Eli Lilly sta cercando di approvare un nuovo farmaco per ritardarne il decorso. Il Giappone ne ha recentemente approvato un altro simile, il Leqembi. E anche i ricercatori europei sono al lavoro.

"Stiamo per cominciare una sperimentazione chiamata Prevenzione primaria su persone geneticamente predisposte a sviluppare la malattia. Sanno di avere la mutazione che causa l'Alzheimer, ma hanno 25 anni circa di anticipo rispetto alla comparsa dei primi sintomi", spiega Catherine Mummery, responsabile delle sperimentazioni cliniche nella malattia di Alzheimer, Centro di ricerca sulla demenza, alla Ucl. "L'obiettivo è quello di somministrare loro una terapia capace di prevenire l'insorgere della malattia. Cominceremo nei prossimi mesi, il che mi sembra davvero entusiasmante".

Allo stato attuale della ricerca, nessun laboratorio promette miracoli. Una cura definitiva è ancora lonatana, ma i trattamenti disponibili ritardano i sintomi e migliorano la qualità della vita dei malati.

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