Frontex: "Non siamo l'agenzia di salvataggio europea"

Hans Leijtens, direttore esecutivo di Frontex, ha risposto alle conclusioni del Mediatore europeo.
Hans Leijtens, direttore esecutivo di Frontex, ha risposto alle conclusioni del Mediatore europeo. Diritti d'autore Virginia Mayo/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Di Jorge LiboreiroMaria Psara
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Hans Leijtens, direttore esecutivo di Frontex, ha risposto alle conclusioni del difensore europeo che ha riscontrato gravi carenze nel mandato, nelle operazioni e nei rapporti dell'agenzia con gli Stati membri

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Secondo il rapporto pubblicato la scorsa settimana, Frontex dipende eccessivamente dal consenso delle autorità nazionali e non è quindi in grado di sostenere i valori dell'Unione europea e salvare vite in mare. L'ufficio di Emily O'Reilly, ombudsman (difensore civico) del Parlamento Europeo, ha raccomandato all'agenzia di "terminare, ritirare o sospendere le sue attività" nei Paesi che persistono nel non rispettare i loro obblighi di ricerca e salvataggio o che violano i diritti fondamentali. Altrimenti, ha avvertito O'Reilly, l'Ue rischia di diventare "complice" delle morti dei migranti.

La risposta di Frontex

A quasi una settimana dalla pubblicazione del rapporto, il 5 marzo **Hans Leijtens, direttore esecutivo di Frontex,**ha incontrato la stampa a Bruxelles: "Capisco la logica che sta seguendo (il difensore civico). Non sono d'accordo su alcuni punti - ha dichiarato Leijtens -. Non siamo l'Agenzia europea di ricerca e salvataggio. Siamo l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera".

Il direttore ha sottolineato che il "dovere primario" dell'agenzia è quello di proteggere le frontiere esterne dell'Ue dispiegando agenti sul campo e assistendo gli Stati membri, il che significa che il compito principale è quello di "cercare" piuttosto che "salvare". Come ha dichiarato Leijtens l'anno scorso l'agenzia ha individuato 2mila avvistamenti di migranti irregolari tramite aerei di sorveglianza e droni.

In base alle regole attuali, Frontex ha la facoltà di allertare i centri di coordinamento in caso di potenziali pericoli e, se necessario, di prestare assistenza in situazioni di emergenza in mare. Ma questa assistenza può avvenire solo se l'agenzia ottiene il consenso esplicito di un Paese. In caso contrario Frontex non può intervenire in prima persona. Leijtens ha inoltre osservato che le imbarcazioni gestite da Frontex sono principalmente "navi costiere" non destinate alla ricerca e al salvataggio in mare aperto.

Nonostante le limitazioni pratiche, Frontex è ancora strettamente coinvolta nella gestione dei flussi migratori irregolari: l'agenzia stima di aver contribuito a salvare 43mila persone in mare nel corso di 24 operazioni nel 2023.

"Il nostro compito si basa sulla sicurezza delle frontiere - ha detto Leijtens -, ma non c'è dubbio che se dobbiamo scegliere tra valutare se si tratta di una questione di sicurezza o salvare vite umane, opteremmo sulla seconda per poi occuparci in un secondo momento della questione della sicurezza".

I naufragi di Cutro e Messenia

Sono gli episodi finiti in tragedia ad aver messo l'agenzia sotto la lente dei legislatori, della società civile e dei media. L'anno scorso Frontex ha dovuto affrontato dure critiche sulla sua risposta a due naufragi: uno a febbraio del 2023 a Cutro, nel sudItalia, che ha provocato almeno 94 morti, e un altro a giugno, quando il peschereccio Adriana si è rovesciato al largo della Messenia, in Grecia con a bordo centinaia di richiedenti asilo. I morti sono stati oltre 600.

L'indagine dell'ombudsman è stata avviata in seguito al secondo incidente. Il rapporto afferma che la Grecia non ha risposto agli allarmi di Frontex in "quattro diverse occasioni" durante la tragedia e ha puntato il dito verso l'agenzia per non aver assunto un "ruolo più attivo" pur essendo "pienamente consapevole" delle accuse di respingimenti e abusi sistematici che da anni circondano la Guardia costiera greca.

Frontex ha 626 agenti sulla terraferma e nelle isole greche, insieme a 32 pattuglie, nove navi e due aerei, il più grande dispiegamento di qualsiasi Stato membro.

Alla domanda sulla possibile sospensione delle attività in Grecia, in linea con la raccomandazione dell'organismo di vigilanza, Leijtens ha dichiarato che la situazione non è "bianca o nera". L'agenzia è "fortemente dipendente da quello che viene elaborato nei cosiddetti rapporti sugli incidenti gravi", che vengono presentati al funzionario per i diritti fondamentali, un organismo indipendente incaricato di garantire la conformità dell'agenzia alle norme e ai valori dell'Ue. 

"L'anno scorso abbiamo avuto 37 di questi rapporti e la maggior parte riguarda la Grecia, l'Italia e la Bulgaria. Ma si tratta di rapporti relativi a incidenti. Non è qualcosa che è stato provato, è una segnalazione che ci è arrivata", ha detto il direttore ai giornalisti.

Le indagini approfondite e i procedimenti penali possono essere avviati solo dalle autorità nazionali poiché Frontex non ha giurisdizione. Leijtens ha affermato che la decisione di ritirarsi da un Paese dovrebbe basarsi su indagini, indipendentemente dal tempo che esse impiegano per concludersi. 

Anche se l'esito delle indagini dovesse essere schiacciante, l'agenzia non potrebbe comunque tagliare tutti i legami. Frontex potrebbe invece sospendere il cofinanziamento e progetti specifici, o chiedere al Paese accusato di attuare "misure appropriate" e di evitare che gli illeciti si ripetano.

La sospensione non è "qualcosa che si può fare da un giorno all'altro - ha detto Leijtens -. "Questo richiede una certa considerazione e giustificazione".

Cos'è Frontex

Istituita nel 2004 con un mandato limitato, Frontex è cresciuta gradualmente in termini di potere, risorse e notorietà fino a diventare uno degli organismi più importanti nell'Unione. Si prevede che entro il 2027 l'agenzia avrà circa 10mila agenti e un bilancio di 1 miliardo di euro. Una riforma globale della politica di migrazione e asilo dell'Ue che Leijtens ha descritto come un "cambiamento di paradigma", è destinata ad accrescere ulteriormente il ruolo di Frontex.

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