Bruxelles taglia le stime di crescita. Finito il rilancio post-pandemia?

Bruxelles rivede le stime per la crescita economica
Bruxelles rivede le stime per la crescita economica Diritti d'autore Virginia Mayo/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Di Stefan GrobeGianluca Martucci
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Il Pil nell'Ue e nell'Eurozona aumenterà solo dello 0,6% nel 2023 per poi tornare di poco a superare l'1% nel 2025. Cosa frena l'economia europea?

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La Commissione europea aggiusta il tiro sulla crescita dell'economia. Nel 2023 il prodotto interno lordo dell'Eurozona crescerà meno del 0,6%, una cifra inferiore allo 0,8% atteso nelle previsioni economiche pubblicate a settembre e all'1,1% calcolato a maggio.

Per i 27 Paesi dell'Unione europea l'esito sarà analogo, anzi peggiore. Rispetto alla media dei 20 Paesi che adottano l'euro, l'intera Ue crescerà ugualmente dello 0,8%. Ma le stime delle previsioni primaverili la proiettavano all'1,6%, poi diventato 1,3% nelle previsioni d'autunno.

Le stime ridimensionate, secondo Bruxelles, dipendono dall'impatto del costo della vita sui consumi delle famiglie, dalla debolezza della domanda estera (l'economia dopo la pandemia non è decollata in quasi tutto il mondo) e dalla politica della Banca Centrale Europea, che ha alzato i tassi di interesse per domare l'inflazione. Il commissario per l'Economia, Paolo Gentiloni, si è detto ottimista.

"Nei prossimi due anni, i consumi delle famiglie saranno il principale motore di crescita, perché il tasso di aumento dei salari sarà superiore all'inflazione, e questo permetterà alle famiglie di recuperare potere d'acquisto", ha dichiarato Gentiloni ai giornalisti a Bruxelles.

Molto dipenderà dalle scelte della Banca centrale europea, che insieme all'incertezza economica, sta spingendo le famiglie a risparmiare, anziché investire. "La ripresa dei consumi privati potrebbe essere ancora più forte in assenza degli elevati tassi di risparmio che persisteranno ancora", ha aggiunto il commissario europeo.

L'inflazione si sgonfia

Le nuove previsioni contengono anche alcune buone notizie sul fronte dell'inflazione.

I prezzi al consumo hanno continuato a scendere, attestandosi al 2,9% nell'area dell'euro a ottobre 2023 rispetto all'anno prima e raggiungendo il livello più basso negli ultimi due anni. Solo un anno fa, l'inflazione aveva raggiunto un picco del 10,6%.

L'impulso dei prezzi dell'energia dovuto principalmente agli effetti della guerra in Ucraina hanno gonfiato i prezzi dei beni essenziali. Grazie alle misure messe in campo dall'Unione europea e dai 27 Stati membri, e a un inverno particolarmente mite, il caro bollette è stato parzialmente neutralizzato. Questo ha avuto ripercussioni sulla produzione degli altri beni e ha portato il tasso di inflazione dei beni alimentari a raggiungere tassi di variazione a doppia cifra.

Secondo Maria Demertzis, senior fellow del think tank economico Bruegel, l'economia nel 2024 risentirà dei venti contrari.

"I Paesi che dipendono molto di più dall'energia o che sono stati dipendenti dalla Russia e che hanno un'economia ad alta intensità energetica subiscono i costi maggiori", ha dichiarato Demertzis a Euronews.

Tra tutti la Germania, "che è davvero il motore dell'Unione Europea", ha spiegato. "Se la Germania non cresce, anche il resto dell'Europa ne risentirà", ha aggiunto.

Per la prima volta, le previsioni economiche autunnali della Commissione hanno incluso anche Bosnia-Erzegovina, la Moldova e l'Ucraina, i tre Paesi a cui l'Ue ha concesso lo status di Paese candidato all'adesione nel 2022.

Tutte e tre hanno registrato numeri promettenti. Bruxelles si è detta sorpresa per la prestazione dell'economia ucraina nel 2023.

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