Bruxelles, la denuncia di 150 richiedenti asilo: esclusi dal sistema di accoglienza perché uomini

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Di Michela Morsa
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Vivono in un edificio occupato in condizioni miserabili, ma quando tra due settimane verrà sgomberato finiranno per strada. Le ong criticano la decisione del governo di aprire i centri di accoglienza solo a donne, bambini, famiglie e anziani

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A soli 300 metri dai principali edifici istituzionali dell'Unione europea, 150 richiedenti asilo, tutti uomini, vivono in condizioni miserabili in un edificio abusivo. Il team di Euronews è stato accompagnato all'interno da uno dei residenti, Malik, un senegalese di 30 anni. 

Malik, mostrando le diverse stanze occupate nell'edificio, ha spiegato come si siano create diverse comunità a seconda della provenienza. C'è la comunità palestinese e una nutrita comunità africana, composta da persone di diverse nazionalità. 

Tutte queste persone hanno presentato la loro richiesta di asilo alle autorità, ma non sono riuscite a trovare una sistemazione perché le strutture di accoglienza di Bruxelles sono sovraffollate. 

In questo palazzo si vive in condizioni miserabili: bagni sporchi, spazzatura, cattivi odori e mosche ovunque ma, dicono i residenti, sempre meglio che vivere per strada in inverno.

L'edificio occupato però, verrà evacuato tra due settimane. E molte di queste persone rimarranno senza un tetto sulla testa, come gli altri 3mila migranti che già dormono all'addiaccio a Bruxelles.

"Una volta chiuso, speriamo di trovare un posto nel sistema federale. Ma se non lo troveremo, andremo nei parchi, nelle stazioni della metropolitana e dei treni", spiega Malik. 

Il governo belga ha deciso di dare priorità a donne, bambini, famiglie e anziani nei centri di accoglienza. Questo significa che gli uomini single non avranno la possibilità di essere ospitati. I migranti protestano contro questa decisione.

"La maggior parte degli uomini si sente discriminata da questa decisione, perché anche loro sono esseri umani. Quindi dovrebbero avere gli stessi diritti di qualsiasi altro essere umano. E si sentono discriminati. Non è una decisione giusta, vogliono pari diritti e giustizia per tutti", dice Malik. 

Anche le ong locali criticano le scelte del governo. Il direttore di Amnesty international Belgio, Philippe Hensmans, dice che il Paese ha i mezzi per trovare una soluzione, ad esempio distribuendo i richiedenti asilo in tutto il territorio nazionale, ma manca la volontà politica, a causa delle pressioni dei partiti di estrema destra.

"In passato abbiamo affrontato situazioni molto più difficili, ad esempio nel 2000 sono arrivati in Belgio 42 mila richiedenti asilo, e abbiamo trovato una soluzione. Ma ora è una questione politica, piuttosto che una questione logistica", spiega Hensmans. 

"Fondamentalmente - aggiunge - i partiti di estrema destra hanno spinto per identificare i migranti o i richiedenti asilo come nemici, responsabili di tutte le cose brutte che accadono nel Paese o in Europa".

L'anno scorso il Belgio ha ricevuto 37mila richieste di asilo, il 40% in più rispetto all'anno precedente. Quest'anno il Paese è stato condannato dal Tribunale di primo grado di Bruxelles per non aver rispettato i diritti umani dei migranti.

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