Rendere la catena alimentare sostenibile? Basta coltvare le verdure in città
La chiamano agricoltura urbana ed è il nuovo modello in fase di sperimentazione nei sobborghi di Bruxelles. Un mezzo per rendere la alimentare più sostenibile in città.
Una "fattoria di prova" offre terreni per tre anni per la produzione di alimenti biologici. Le verdure sono molto richieste, il che rende difficile ottenere un prezzo equo.
Nicolas Camus, agricoltore, ammette di vendere le verdure a un prezzo più alto di quelle che sono prodotte industrialmente. "Non è facile guadagnarsi da vivere", afferma.
Molti dei partecipanti al progetto pilota Boeren Bruxsel Paysan hanno un altro background professionale. Per esempio Caroline è una designer tessile e ha scelto di occuparsi dei fiori per contribuire alla micro-produzione bio-intensiva.
"Non dovremmo comprare rose a febbraio. Quelle rose provengono dal Kenya, dove le persone vengono sfruttate; o da altri paesi. Questo aspetto non è molto noto, quindi cerchiamo anche di promuovere anche il mercato dei fiori di stagione".
Con un investimento di quasi sette milioni di euro, il progetto pilota è cofinanziato per circa il 40% dal Fondo europeo di sviluppo regionale.
Ha sei partner provenienti da settori governativi e della società civile, tra cui un movimento che aiuta a trovare terreni da acquistare o affittare.
"Dobbiamo sfruttare l'opportunità data dal passaggio dagli agricoltori più anziani a quelli più giovani. Su questo l'Europa dovrebbe investire. Non sto dicendo che dovremmo interrompere l'agricoltura industriale, penso solo che dobbiamo riequilibrare la distribuzione della terra verso diversi tipi di agricoltura, in modo da poter raggiungere la resilienza alimentare in Europa", afferma il portavoce del progetto Terre-en vue.