Cipro: il dramma dei migranti che nessuno vuole

Cipro: il dramma dei migranti che nessuno vuole
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Di Efi Koutsokostamaria irene giuntella
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L'accordo UE-Turchia per frenare i migranti che arrivan da Siria e Iraq non si applica al paese per via della particolare situazione politica.

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Cipro, un Paese diviso dall'invasione della Turchia nel 1974, ora nuovamente in contrasto con Ankara per i diritti sulle trivellazioni di gas e petrolio.

E' anche un'isola coinvolta dal dramma dell'immigrazione

A Cipro si registrano 15mila richiedenti asilo, riceve mille domande al mese. In un Paese di 850mila abitanti, i rifugiati superano il 4% della popolazione.

Attualmente siriani e iracheni in genere vanno verso la Turchia e da li' raggiungono la parte nord di Cipro e riescono ad attraversare il confine facilmente per arrivare dall'altra parte dell'isola. Anche i migranti africani seguono un simile percorso volando verso il Nord.

Il ministro degli Interni Konstantinos Petridis-Interior sottolinea la particolarità della situazione con la Turchia:

"La Turchia ha firmato un accordo con l'Unione Europea, è obbligata a offrire asilo ai rifugiati siriani. Questo pero' non si applica a Cipro a causa della situazione politica e del rifiuto della Turchia di riconoscerlo come stato membro".

Kofinou è l'unico centro di rifugiati del Paese che ospita ora 250 richiedenti asilo. Rasid è di Kirkouk, in Iraq, è arrivato un anno e mezzo fa pagando 5.000 euro a un trafficante in Turchia, la sua domanda di asilo è stata respinta:

"Non ci è permesso fare questo lavoro, non abbiamo alcuna licenza da parte del governo per svolgere questo lavoro e ovunque andiamo ci rifiutano perché hanno paura del governo perché c'è una multa elevata per chi ci accetta come dipendenti".

Ma tra i 15mila richiedenti asilo, solo i 250 sono al centro. Altre migliaia di richiedenti ricevono denaro ogni mese per uscire e trovare un posto dove vivere o alcuni lavori in fattorie o altro. Ma come spiega a Euronews Arman del Camerun, non è così facile:

"Ci sono persone che aspettano qui tre, quattro, cinque anni senza essere chiamati per la domanda di asilo. E questo è molto pericoloso quando non si hanno soldi, non si ha l'opportunità di lavorare. E un altro problema è il denaro che dovremmo ricevere ogni mese, il sistema sociale è molto complicato. Ogni giorno ci sono proteste. Dicono di tornare il giorno dopo, poi dopodomani, le persone non ricevono i soldi nei tempi giusti".

Euronews ha visitato un posto abbandonato dove vivono alcune persone del Camerun. Le condizioni sono pessime, senza elettricità e senza acqua e l'inverno non c'è riscaldamento.

Il Ministro sostiene che l'Unione non stia facendo abbastanza e Cipro sta pagando le scelte nazionali di alcuni paesi:

"L'atteggiamento di alcuni paesi, come l'Italia, non è casuale. Perché ora i flussi attraversano il Mediterraneo orientale e il profilo dei richiedenti asilo è cambiato. Attualmente abbiamo molte domande provenienti da Paesi africani, come il Camerun, la Nigeria, il Sudan che prima Cipro non riceveva. E questo ha a che fare con le politiche nazionali di alcuni paesi europei".

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