Annunciati i finalisti del premio Sakharov: Can Dündar, Mustafa Dzemilev e Nadia Murad e Lamiya Aji Bashar

Annunciati i finalisti del premio Sakharov: Can Dündar, Mustafa Dzemilev e Nadia Murad e Lamiya Aji Bashar
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Di Selene Verri Agenzie:  Ansa, AFP
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Un giornalista d’opposizione turco, due donne yazide sfuggite a Isil e un leader dei tatari di Crimea.

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Un giornalista d’opposizione turco, due donne yazide sfuggite a Isil e un leader dei tatari di Crimea. Sono loro i finalisti del premio Sakharov, assegnato ogni anno dal parlamento europeo ai difensori della libertà d’espressione e delle libertà individuali.

Can Dündar, ex direttore del giornale turco Cumhuriyet, è stato condannato a cinque anni di prigione per aver “rivelato segreti di stato” ed è sopravvissuto a un tentativo di assassinio. Nel 2015 venne arrestato dopo lo scoop in cui rivelava il traffico di armi tra la Turchia e la Siria. Rischia un’altra condanna perché accusato di legami con il predicatore Fetullah Gülen, considerato dal governo turco il cervello dietro il fallito colpo di Stato del 15 luglio.

L’eurodeputata tedesca Barbara Lochbihler spiega la scelta di Dündar: “Nel gruppo dei verdi ci siamo detti che è ora molto importante parlare di libertà di espressione, di libertà di stampa in Turchia. Concretamente è un candidato ideale, perché è stato molto coraggioso e ha anche bisogno di supporto”.

Can Dündar tra i finalisti del Premio Sakharov 2016 per la libertà di pensiero https://t.co/n4IRXoXgj4pic.twitter.com/lvtt2H1VE6

— Primaonline.it (@Primaonline) 11 ottobre 2016

Mustafa Dzemilev, ex presidente dell’assemblea dei tatari della Crimea, ex dissidente sovietico e deputato ucraino, è stato espulso dalla Crimea dopo l’annessione da parte della Russia.

La terza nomina è doppia, e la ragione, dice ancora Lochbihler , è la seguente: “Con la loro candidatura naturalmente speriamo anche di risvegliare l’attenzione sulle oltre 3 mila donne che sono ancora prigioniere di Isil, e di spingere la comunità internazionale a impegnarsi anche nella loro liberazione”.

Nadia Murad e Lamiya Aji Bashar militano per la difesa delle donne finite come loro vittime dello schiavismo sessuale del sedicente Stato Islamico. Nadia Murad in a metà settembre è stata nominata ambasciatrice alle Nazioni Unite per la dignità dei sopravvissuti del traffico di esseri umani e questo lunedì il Consiglio d’Europa l’ha insignita del premio Vaclav Havel per i diritti umani.

La scelta del vincitore o delle vincitrici del premio Sakharov sarà fatta il 27 ottobre in sessione plenaria a Strasburgo.

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