Crisi climatica, sei giovani fanno causa agli Stati: "violano i diritti umani". Udienza a Strasburgo

Sofia e André, due dei ragazzi che hanno fatto causa ai paesi europei
Sofia e André, due dei ragazzi che hanno fatto causa ai paesi europei Diritti d'autore AP
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Di Ilaria Cicinelli
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È iniziato il processo che vede imputati i 27 Stati membri dell'Ue per violazione dei diritti umani. Sei giovani portoghesi hanno denunciato l'inazione dei governi alla Corte europea dei diritti dell'uomo. Se vincessero gli Stati sarebbero vincolati a ridurre le emissioni

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L'"eco ansia" li ha portati dove non avrebbero mai immaginato di arrivare. Avevano tra i 5 e i 18 anni quando hanno avviato un'azione legale contro 32 Paesi per l'inazione climatica.

Il 27 settembre 2023, sei anni dopo, Sofia, suo fratello André e altri quattro giovani portoghesi, che ora hanno tra gli 11 e i 24 anni, inizieranno a difendere a Strasburgo la prima denuncia sul cambiamento climatico davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo.

Un processo pionieristico, unico nel suo genere, in un anno di numerosi record legati al riscaldamento globale. La causa è stata originariamente intentata nel 2017 contro tutti i 27 Stati membri dell'Ue, più Norvegia, Russia, Svizzera, Turchia, Regno Unito e Ucraina. Questi Paesi rappresentano infatti i principali responsabili per le emissioni di gas serra in Europa. In seguito all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, i giovani ricorrenti hanno ritirato la causa contro l'Ucraina.

La nostra storica udienza è domani!

La causa sarà giudicata dai 17 giudici della grande Camera della Corte europea, che si occupa solo di una minoranza dei casi più importanti: attualmente 22 casi su oltre 72.000
L'inazione dei governi, secondo i giovani, costituisce una violazione dei diritti umani.

André Santos Oliveira ha 15 anni ed è estremamente preoccupato per gli effetti del cambiamento climatico:"In Portogallo abbiamo molte ondate di calore e siccità estrema e in alcuni casi possono essere fatali. Questo caldo minaccia il nostro diritto alla vita". Anche un altro importante diritto, spesso non sottolineato dai più, è a rischio a causa della crisi climatica, quello alla vita privata. "Per esempio, vorrei stare nella mia stanza a studiare o a dormire, ma fa così caldo che è difficile. Vorrei uscire per fare qualche attività all'aperto, andare in bicicletta, giocare a basket, ma fa così caldo che non posso" spiega André.

Una causa pionieristica

Il gruppo in questione non chiede soldi ma che i governi cambino le loro politiche sul clima. Ciò che li ha spinti ad andare avanti, tra le pile di documenti legali, è la pressione dovuta al fatto che la crisi climatica sta peggiorando. Un'evidenza che ormai possono toccare con mano. La spiaggia Praia do Norte, a Costa de Caparica, vicino a dove vivono Sofia e André, a sud della capitale portoghese Lisbona, era lunga circa un chilometro  quando suo padre aveva la sua età, dice André. Ora con l'innalzamento del livello del mare misura appena 300 metri.

Gli altri quattro membri del gruppo portoghese - Catarina, Cláudia, Martim e Mariana -  vivono nella regione di Leiria, nel Portogallo centrale, dove gli incendi estivi sono frequenti. Secondo gli scienziati, il processo di desertificazione si sta inasprendo nell'area del Mar Mediterraneo e nei Paesi dell'Europa meridionale come il Portogallo, dove le temperature medie stanno salendo e le precipitazioni stanno diminuendo.

La sorella di André, Sofia, una studentessa di 18 anni, dice di essere frustrata davanti all'inazione dei governi che "dicono che è una preoccupazione secondaria invece di essere una priorità. Proteggere il pianeta è importante quanto proteggere l'economia. Tutto è collegato".

Il gruppo è assistito dalla Ong "Global Legal Action Network" un'organizzazione internazionale senza scopo di lucro che lotta contro le violazioni dei diritti umani.

Per il verdetto si potrebbe dover attendere fino a 18 mesi, ma se i giovani vincessero la causa i governi sarebbero vincolati a intraprendere soluzioni più efficaci contro il riscaldamento globale e l'aggravarsi della crisi climatica, tra cui la riduzione delle emissioni inquinanti.

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