Condanna a sei mesi di carcere per l'ex presidente francese Nicolas Sarkozy per il caso "Bygmalion"

L'ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy
L'ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy Diritti d'autore CHRISTOPHE ENA/AP
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Di Michela Morsa
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L'ex capo di Stato è stato condannato a un anno di detenzione con sei mesi di sospensione della pena per le sue responsabilità nel finanziamento illegale della sua campagna per le elezioni presidenziali del 2012

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La Corte d'Appello di Parigi ha condannato mercoledì l'ex presidente francese Nicolas Sarkozy a un anno di carcere, di cui sei mesi sospesi, per "finanziamento illegale di una campagna elettorale". L'ex capo di Stato ha subito annunciato che farà ricorso alla Corte di Cassazione. 

La sentenza è arrivata nell'ambito del caso "Bygmalion", che riguarda un sistema di doppia fatturazione messo in atto dal partito dell'allora presidente, l'Ump (ora Les républicains), e dalla società di pubbliche relazioni Bygmalion per nascondere i finanziamenti illegali alla campagna di Sarkozy per elezioni presidenziali del 2012, per la quale avrebbe speso quasi il doppio del limite legale

La pena di Sarkozy è stata ridotta rispetto a quella inflittagli in primo grado dal Tribunale penale di Parigi, che nel settembre 2021 lo aveva condannato a un anno di reclusione affermando che l'ex capo di Stato fosse stato avvertito dei rischi di una spesa eccessiva per la sua campagna presidenziale, e aveva comunque ordinato che le riunioni elettorali continuassero.

L'ex presidente ha sempre negato di essere a conoscenza, di aver richiesto o di aver tratto vantaggio dal sistema di fatture false. Durante il processo, "ha negato vigorosamente ogni responsabilità penale" e ha anche accusato persone vicine all'allora rivale per la leadership dell'Ump, Jean-François Copé, il suo capo di gabinetto Jérôme Lavrilleux, vicedirettore del team della campagna presidenziale, e l'agenzia di comunicazione Bygmalion di essersi arricchiti.

"Decideva gli incontri, dove si sarebbero tenuti e quanti ce ne sarebbero stati. Sembrava difficile dirgli di no, e comprensibilmente (...) Sarkozy è quindi responsabile delle spese della campagna. È lui il padrone della campagna", ha ribadito l'accusa. Mentre Sarkozy è considerato responsabile di aver firmato il rendiconto della sua campagna presentato alla Commissione, "non è accusato di essere all'origine del sistema messo in atto" o di "esserne stato informato".

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