"Un vuoto da colmare": il premier del Kosovo chiede supporto alla Nato per la sicurezza nel paese

Albin Kurti chiede alla Nato maggiore cooperazione per la sicurezza nei territori al confine con la Serbia
Albin Kurti chiede alla Nato maggiore cooperazione per la sicurezza nei territori al confine con la Serbia Diritti d'autore AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Isidoro Patalano
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Il primo ministro del Kosovo Albin Kurti ha chiesto supporto alla Nato per migliorare la sicurezza nei territori settentrionali al confine con la Serbia. Secondo gli Stati Uniti il paese avrebbe aumentato le truppe al confine, ma Belgrado smentisce

PUBBLICITÀ

Il primo ministro del Kosovo Albin Kurti ha chiesto alla Nato una maggiore cooperazione per migliorare la sicurezza dei territori settentrionali, abitati in maggioranza dai serbi. Il premier ha ricordato un precedente impegno preso dalle forze di sicurezza kosovare a non entrare nell'area. 

Kurti, però, intende modificare l'intesa dopo le recenti tensioni con la Serbia. Diversi uomini serbi e kosovari hanno perso la vita durante gli ultimi scontri, uno dei quali  in un monastero ortodosso a Banjska, villaggio al nord del paese.

Visar Kryeziu/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
Agenti di polizia del Kosovo mettono in sicurezza la strada che porta al monastero di BanjskaVisar Kryeziu/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.

"Questo vuoto che c'è deve essere riempito - ha dichiarato Albin Kurti - e per questo stiamo aumentando la cooperazione con i nostri alleati internazionali, e con le truppe Kfor, la forza militare internazionale Nato, a guida italiana.

"La Serbia deve essere punita a livello internazionale, perché tutte le volte in cui non è stata punita ha ripetuto gli stessi crimini
Albin Kurti
Primo ministro del Kosovo

La versione della Serbia

A lanciare l'allarme sono gli Stati Uniti. Secondo Washington la Serbia starebbe aumentando le truppe al confine con il Kosovo, teatro di sanguinosi scontri nello scorso fine settimana. 

Ma Belgrado fa sapere che haeffettuato un parziale ritiro delle truppe e delle attrezzature militari che erano state spostate al confine con il Kosovo negli ultimi cinque giorni lasciando comunque una forza significativa che è permanentemente stanziata nell'area definendo l'allerta  della Casa Bianca come una "falsa menzogna".

Il presidente serbo Aleksander Vucic ha dichiarato che qualsiasi azione militare sarebbe   controproducente. "La Serbia non vuole la guerra", ha detto annunciando il ritiro delle truppe.

"Lo scorso anno avevamo 14 mila uomini al confine, oggi sono 7.500, e prossimamente verranno ridotti a 4 mila", ha detto.

AP/AP
Presidente serbo Aleksandar VucicAP/AP

Secondo Vucic una escalation in  Kosovo danneggerebbe la prospettiva stessa di integrazione europea del suo paese.

La tensione nell'area comunque resta alta.

Le salme di militanti serbi consegnate alle famiglie

Intanto, sempre nella giornata di sabato, l'Istituto di medicina legale di Pristina ha consegnato le salme di tre militanti serbi alle loro famiglie. Gli uomini erano stati uccisi nella una sparatoria nel villaggio di Banjska dopo aver teso un'imboscata e ucciso un poliziotto del Kosovo.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Violenze nel Nord del Kosovo, Vučić: "Peacekeeping Nato al posto della polizia kosovara"

Kosovo, alta tensione alla frontiera. Pristina accusa Belgrado dopo l'attacco armato

Consiglio d'Europa: primo sì all'adesione del Kosovo. La condanna della Serbia