Indagine sui sussidi statali alle auto elettriche cinesi, Pechino protesta

Auto elettriche cinesi
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Di Ilaria Cicinelli
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Cresce la preoccupazione della Cina dopo il discorso di Ursula von der Leyen sui veicoli elettrici: "L'Ue non imponga strumenti di commercio unilaterali per bloccare l'industria cinese".

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Rabbia e preoccupazione a Pechino dopo l'annuncio della presidente della Commissione Europea sullo stato dell'Unione. Bruxelles avvierà un'indagine su quelli che, a suo dire, sono gli "enormi sussidi statali" che permettono alla Cina di inondare il mercato europeo di auto elettriche a basso costo, aprendo un nuovo fronte nella battaglia per guidare l' economia verde. Una mossa non gradita da Pechino.

A nove mesi dalle elezioni del Parlamento europeo, il discorso della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si è concentrato sulle preoccupazioni economiche condivise dagli Stati membri.

Uno dei punti chiave del discorso ha riguardato la transizione ecologica e il ruolo giocato dai prodotti cinesi all'interno del mercato europeo. Le modalità di commercio della Cina minerebbero il potenziale del settore energetico europeo, secondo la Presidente, oltre a essere considerate ingiuste.  È il caso dell'industria dell'energia solare, in cui molte giovani imprese sarebbero state tagliate fuori a casa della presenza della concorrenza cinese, che gode di numerosi sussidi da Pechino. 

L'industria dei veicoli elettrici è colpita allo stesso modo. Sebbene sia considerata in Europa un settore "cruciale"  per un' economia ecosostenibile, il mercato è saturo di auto elettriche cinesi a basso costo, grazie a prezzi stracciati a causa degli enormi sussidi statali della Cina. Il prezzo delle auto elettriche verrebbe mantenuto, dunque, "artificialmente basso", con l'effetto di una profonda distorsione dell'offerta del mercato europeo. Crescendo a una velocità e a dimensioni mai viste in altri mercati, alcuni dei marchi cinesi di veicoli elettrici stanno ora espandendo enormemente la loro influenza all'estero.

FREDERICK FLORIN/AFP or licensors
Ursula von der Leyen durante il discorso sullo stato dell'UnioneFREDERICK FLORIN/AFP or licensors

Tra cooperazione e competizione

Questi fattori hanno portato la Commissione a decidere di aprire l'indagine sui sussidi statali nonostante la von der Leyen abbia sottolineato l'importanza vitale di mantenere aperti i canali di comunicazione con Pechino, nella speranza di implementare la cooperazione. L'obiettivo è quello di sviluppare una competizione sana.
Una strategia che la presidente vuole portare avanti anche nel corso del prossimo summit tra l'Ue e la Cina.
Tuttavia, von der Leyen non ha fatto menzione della legge statunitense sulla riduzione dell'inflazione, che ha discriminato le auto elettriche prodotte all'estero, anche dall'Ue. 

La presidente ha inoltre affermato che l'Ue accelererà i permessi per le nuove turbine eoliche, sottolineando come "l'agricoltura e la protezione della natura possono andare di pari passo".

L'attuale transizione dell'Europa verso le tecnologie delle energie pulite è stata al centro dell'agenda della Commissione, ma i leader dell'Ue sono preoccupati per la crescente rabbia degli agricoltori. Molti, infatti, sostengono che le nuove regole verdi minaccino i loro mezzi di sostentamento.

È il caso, ad esempio, dei Paesi Bassi, dove un nuovo partito populista di agricoltori, il Movimento civico-contadino (Bbb) ha scosso l'establishment politico a marzo, conquistando la maggior parte dei seggi nelle elezioni della Camera alta.

La risposta di Pechino

In una dichiarazione, la Camera di Commercio cinese all'Ue si è detta profondamente preoccupata e si oppone alla decisione di aprire un'indagine sui fondi destinati ai veicoli elettrici cinesi. Secondo Pechino, il successo dei veicoli elettrici cinesi, che sono accolti con favore dai consumatori europei, non si basa sulle presunte sovvenzioni.

"Esortiamo l'Ue a guardare obiettivamente allo sviluppo dell'industria dei veicoli elettrici cinese e a non ricorrere a strumenti commerciali unilaterali per bloccarla nell'Unione, aumentando i costi", afferma la dichiarazione della Camera.

Il premier cinese Li Qiang ha incontrato il 9 settembre scorso la presidente della Commissione europea a margine del vertice del G20 di Nuova Delhi. In questa sede Li ha detto al capo alla von der Leyen che "la prevenzione dei rischi non preclude la cooperazione, l'interdipendenza non deve essere equiparata all'insicurezza"

Li ha anche affermato che la Cina è disposta a rafforzare la comunicazione e la cooperazione con l'Europa e spera che questa fornisca un ambiente equo alle imprese cinesi per investire e operare nell'Unione.

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