Inondazioni in Libia, la Mezzaluna rossa: "Situazione devastante come in Marocco"

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Di Michela Morsa
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Si parla di almeno 2mila morti accertati solo nell'area più colpita della Cirenaica, ma si stimano 10mila dispersi

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La devastazione della Libia nord-orientale dopo le inondazioni improvvise causate dalle forti piogge torrenziali della tempesta Daniel è simile a quella del Marocco dopo il terremoto. A dirlo Tamer Ramadan, inviato per la Libia della Federazione internazionale della Croce rossa e della Mezzaluna rossa durante in videoconferenza dalla Tunisia con le Nazioni Unite. 

Ramadan ha detto che il bilancio delle vittime "è enorme" e si prevede che raggiungerà le migliaia nei prossimi giorni, anche considerando che si stimano 10mila dispersi. Per ora non ci sono certezze sul numero di morti e feriti. Secondo le autorità che controllano la parte orientale del Paese, di fatto in mano al generale Khalifa Haftar, sono morte almeno 2mila persone solo nell'area più colpita, ossia la costa della Cirenaica

Nella regione costiera del nord-est del Paese l'acqua ha inondato intere città e villaggi, rendendo molte aree inaccessibili. La situazione è particolarmente critica nella città di Derna, dove la rottura di due dighe ha creato estesi allagamenti che hanno spazzato via interi quartieri e trascinato cose e persone. Secondo i media locali non c'è l'elettricità e le vie di comunicazione sono interrotte, con notevoli complicazioni per le operazioni di soccorso. 

La Mezzaluna Rossa libica, che ha lanciato un appello all'assistenza internazionale, ha dichiarato che i suoi operatori stanno lottando senza sosta per far fronte alle dimensioni del disastro.

L'organizzazione ha anche fatto sapere che sono morti tre dei suoi operatori che stavano assistendo la popolazione a Derna e altre decine risultano dispersi. Risultano dispersi anche sette soldati delle truppe mobilitate per aiutare la popolazione. 

Il governo della Libia orientale ritiene che molte persone siano state trascinate dalle correnti d'acqua verso il Mediterraneo. Il primo ministro Ossama Hamad, che ha dichiarato lo stato di emergenza, ha detto che la devastazione della città di Derna va ben oltre le capacità del suo Paese. 

In tutta la Libia orientale è stato imposto il coprifuoco e la chiusura di scuole e negozi. A causa della tempesta quattro grossi porti molto attivi per l’esportazione del petrolio hanno sospeso le proprie attività.

Lunedì sera la tempesta Daniel, che prima di colpire la Libia ha già seminato devastazione in Grecia, Bulgaria e Turchia, ha proseguito il proprio percorso verso il nord-ovest dell’Egitto, dove il servizio meteorologico nazionale ha avvertito della possibilità di forti piogge e maltempo.

Derna "zona disastrata"

Lunedì Derna è stata dichiarata "zona disastrata". Il ministro della Salute Abduljaleel ha detto che la città è praticamente inaccessibile e "i corpi sono sparsi ovunque"."La situazione è peggiore di quanto ci aspettassimo. È necessario un intervento internazionale", ha dichiarato.

I soccorritori, tra cui truppe, operatori governativi, volontari e residenti, stanno scavando tra le macerie per recuperare i morti. Hanno anche usato gommoni per recuperare i corpi dall'acqua

Molti residenti hanno descritto scene di caos quando le inondazioni hanno colpito il centro. Hanno sentito forti esplosioni durante la notte e si sono resi conto che le dighe fuori città erano crollate, mandando un muro d'acqua che "ha cancellato tutto quello che incontrava", ha detto Ahmed Abdalla, un residente di Derna.

Gli operatori hanno detto di aver seppellito più di 200 corpi in un cimitero lunedì. I filmati della notte hanno mostrato altre decine di corpi a terra nel cortile di un ospedale di Derna.

La tempesta ha colpito altre zone della Libia orientale, tra cui la città di Bayda, dove sono state segnalate circa 50 vittime. Il Centro medico di Bayda, l'ospedale principale, è stato allagato e i pazienti hanno dovuto essere evacuati.

Altre città colpite sono state Susa, Marj e Shahatt. Centinaia di famiglie sono sfollate e si sono rifugiate in scuole e altri edifici governativi nella città di Bengasi e altrove nella Libia orientale.

Aiuti internazionali

Intanto anche Abdul Hamid Dbeiba, il primo ministro del governo di Tripoli, l'unico considerato legittimo dalla comunità internazionale, ha ordinato alle agenzie statali di "gestire immediatamente" l’emergenza.

Il ministero della Salute di Tripoli ha dichiarato che un aereo carico di 14 tonnellate di attrezzature mediche, farmaci e sacchi per cadaveri, insieme ad operatori sanitari, si è diretto martedì a Bengasi. 

Altre agenzie in tutto il Paese hanno dichiarato che avrebbero inviato aiuti umanitari a Derna. L’Onu ha fatto sapere che sta seguendo con attenzione la situazione e che assisterà la popolazione sia a livello locale che a livello nazionale. 

Anche i governi stranieri hanno inviato messaggi di sostegno e offerte di aiuto alla Libia. Egitto, Tunisia, Algeria, Turchia ed Emirati Arabi Uniti hanno dichiarato di voler inviare assistenza umanitaria e squadre per aiutare nelle operazioni di ricerca e salvataggio. Lunedì l'ambasciata statunitense ha dichiarato di essere in contatto con le Nazioni unite e con le autorità libiche per far pervenire gli aiuti alle aree più colpite.

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