Colpo di Stato in Gabon: i militari ripristinano i mezzi di comunicazione

Gabon's President Ali Bongo Ondimba listens during the 5th mid-year coordination meeting of the African Union, at the United Nations (UN) offices in Gigiri, Nairobi.
Gabon's President Ali Bongo Ondimba listens during the 5th mid-year coordination meeting of the African Union, at the United Nations (UN) offices in Gigiri, Nairobi. Diritti d'autore AP/AP
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Dopo aver annunciano l'annullamento delle elezioni del 26 agosto e sciolto tutte le istituzioni della Repubblica, i militari golpisti hanno ricollegato il Paese al mondo, annunciando il ripristino dei mezzi di comunicazione

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I golpisti del Gabon si ricollegano al mondo. Lo ha annunciato in una conferenza stampa, il nuovo uomo forte del Paese, il generale Brice Oligui Nguema, che ha ordinato la riconnessione dei canali radiotelevisivi internazionali. Nominato presidente di transizione, Nguema non è apparso in pubblico nei tre comunicati diffusi finora dalla giunta.

La persona che è apparsa è il presidente deposto Ali Bongo, agli arresti domiciliari e accusato di alto tradimento nei confronti delle istituzioni statali. In un video diffuso da una fonte anonima, il presidente chiede ai suoi amici di tutto il mondo di fare rumore contro i golpisti.

Nel frattempo, nelle strade regna l'euforia. Migliaia di persone manifestano il loro sostegno al colpo di Stato che ha messo fine alla dinastia Bongo, al potere dal 1967. Il colpo di Stato, il secondo avvenuto in Africa nel giro di un mese, ha fatto seguito alla contestata rielezione di Ali Bongo a presidente del Paese.

La dinamica del Colpo

Il Golpe era stato annunciato con un comunicato trasmesso dalla televisione Gabon 24 -  i militari hanno annunciato l'annullamento delle elezioni, lo scioglimento di "tutte le istituzioni della Repubblica" e la "fine del regime".

Di fronte a "un governo irresponsabile e imprevedibile, le cui azioni si traducono in un deterioramento della coesione sociale che rischia di portare il Paese nel caos, abbiamo deciso di difendere la pace ponendo fine all'attuale regime": così uno dei militari, parlando a nome di un "Comitato per la transizione e il ripristino delle istituzioni".

"A tal fine, le elezioni generali del 26 agosto scorso e i relativi risultati sono annullati - ha aggiunto - tutte le istituzioni della Repubblica sono sciolte: il governo, il Senato, l'Assemblea nazionale e la Corte costituzionale. 

Invitiamo la popolazione a rimanere calma e serena e riaffermiamo il nostro impegno a rispettare gli impegni del Gabon nei confronti della comunità internazionale".

Proclamata, inoltre, la chiusura delle frontiere del Paese "sino a nuovo ordine".

L'Unione "fa la forza"?

In una riunione dei ministri della Difesa dell'Ue, il capo dei diplomatici del blocco afferma che l'Europa è sempre più preoccupata dai disordini politici nella zona.

"Tutta quest'area - dice Josep Borrell - a partire dalla Repubblica Centrafricana, il Mali, il Burkina Faso, ora il Niger, forse il Gabon, è in una situazione molto difficile e sicuramente i ministri, oggi quelli della Difesa e domani i ministri degli Esteri, devono riflettere profondamente su quello che sta succedendo lì".

Vacilla Ali Bongo Odimba, al potere da 14 anni

Tra i militari anche i membri della Guardia repubblicana (la guardia pretoriana della presidenza), riconoscibile dai berretti verdi, oltre a quelli dell'Esercito regolare e agenti di Polizia. 

L'annuncio del colpo di Stato è arrivato poco dopo la pubblicazione dei risultati ufficiali delle elezioni presidenziali dello scorso sabato, che hanno visto il presidente in carica Ali Bongo Odimba, al potere da 14 anni, vincere un terzo mandato con il 64,27% dei voti.

Secondo i risultati annunciati dal presidente del Centro elettorale gabonese (Cge), Michel Stéphane Bonda, al canale televisivo statale Gabon 1ère, il principale rivale di Bongo, Albert Ondo Ossa, ha ottenuto solo il 30,77% dei voti.

L'opposizione accusa il presidente di brogli

Albert Ondo Ossa aveva denunciato "brogli orchestrati dal campo di Bongo" due ore prima della chiusura dei seggi, e già allora rivendicava la vittoria. 

Aveva successivamente esortato Bongo ad "organizzare, senza spargimento di sangue, il trasferimento di potere" sulla base di un conteggio effettuato dai suoi stessi scrutatori, senza al contempo fornire però alcun documento di supporto.

I risultati ufficiali sono stati trasmessi nel cuore della notte dalla televisione di Stato, in pieno coprifuoco e con internet fuori uso in tutto il Paese: tali misure sono stae volute dal governo prima della chiusura dei seggi, per evitare  la diffusione di "notizie false" e evitare violenze.

Il regno di Bongo

Il presidente del Gabon, 64 anni, correva non solo per quello che era un terzo mandato,  ma anche per prolungare la dynasty politica della sua famiglia che governa il Paese da 55 anni.

Ali Bongo Ondimba ha governato per due mandati dal 2009 dopo la morte del padre, Omar Bongo, che ha retto il Paese per 41 anni.

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Prima delle elezioni si temevano violenze tra la popolazione di circa 800.000 persone, dove la crisi economica e sociale è profonda: secondo la Banca mondiale, nel 2020 quasi il 40% dei gabonesi di età compresa tra i 15 e i 24 anni era senza lavoro.

Tutte le elezioni tenutesi in Gabon dal ritorno del Paese ad un sistema multipartitico nel 1990 sono sfociate in violenza: gli scontri tra le forze governative e i manifestanti dopo le elezioni del 2016 hanno causato quattro morti, secondo i dati ufficiali.

In previsione delle violenze post-elettorali, molte persone nella capitale sono andate a visitare i familiari in altre parti del Paese o hanno lasciato del tutto il Gabon.

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