Migranti, a Lampedusa non c'è più posto: è necessario trasferirli

Migranti a Lampedusa
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Di Giorgia Orlandi
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Crisi migratoria: l’unico modo per alleviare la pressione sull'hospot di Lampedusa, spesso in condizioni di sovraffollamento, è quello di trasferire i migranti

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Trasferire i migranti quanto prima da Lampedusa al resto d’Italia.
È questo l’unico modo per alleviare la pressione sull’unico hospot dell’Isola, che spesso si trova in condizioni di sovraffollamento.

È il caso di un gruppo di migranti che, dopo 24 ore di permanenza nel centro, è stato trasferito dall’isola a Porto Empedocle grazie all’utilizzo di un traghetto di linea.

La maggior parte sono migranti subsahariani che hanno lasciato la Tunisia dopo che nel Paese si sono registrati episodi razzisti contro la comunità africana.

Alcune donne, che arrivano dalla Costa d'Avorio e dal Burkina Faso, ci spiegano come è andata.
 "I tunisini non volevano vederci lì. Non gli piacevamo, non ci sentivamo accolti. Per questo siamo partiti. Non sono stata deportata nel deserto. I miei sì. Sappiamo che laggiù sono morte delle persone" dice una delle migranti mentre l'altra aggiunge di aver lasciato il Burkina Faso a causa della guerra e di essere arrivata in Tunisia, prima della partenza per l'Italia: "Ma in Tunisia non ci volevano, non amano i neri, lì".

I primi sbarchi sull’isola risalgono ai primi anni ‘90.

L’accoglienza fa parte del Dna dei lampedusani. All’epoca in cui non esisteva ancora l’hotspot ad offrire la prima accoglienza erano spesso le famiglie locali che si occupavano dei migranti.

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